Testimoni del lavoro comune

preghiera 2Il monito del profeta Michea, che grida «ciò che richiede il Signore da te è praticare la giustizia, amare il bene, camminare umilmete con il nostro Dio» (6, 8), può servire bene come linea guida nell’attualmente continuo dialogo tra ebrei e cattolici.
Per oltre quattro decenni il Comitato internazionale di collegamento tra cattolici ed ebrei (International Catholic-Jewish Liaison Committee) si è riunito non solo per capire e apprezzare meglio i valori religiosi che pervadono le nostre fedi, ma anche per trovare vie che possiamo percorrere insieme a beneficio della società più larga che condividiamo. La partecipazione ebraica al dialogo si è concretizzata attraverso il Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose (Ijcic), mentre la rappresentanza cattolica è stata affidata alla Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo della Santa sede. Le tematiche e le agende degli incontri si decidono in modo congiunto, e i partecipanti provengono anche dalle comunità ospitanti. Nel giugno 2004 il Comitato internazionale di collegamento tra cattolici ed ebrei si è riunito per la prima volta a Buenos Aires. Il tema dell’incontro è stato tzedek e tzedaká (“giustizia” e “carità”), e vi hanno partecipato capi religiosi dell’America latina, degli Stati Uniti e d’Israele. Sebbene gli interventi e i dibattiti siano stati stimolanti e informativi, i momenti più commoventi sono stati vissuti durante le visite a istituzioni del Comune e ai loro progetti. Un conto era fare riferimento ai valori di giustizia e di carità, osservando la responsabilità di persone di fede nell’alleviare la sofferenza umana, un altro era andare incontro alle comunità e partecipare in modo diretto ai progetti in cui la nostra gente prodiga cure ad altri. Siamo stati testimoni del lavoro congiunto di uomini e donne di fede ebraica e di fede cattolica, mano nella mano, che offrivano cibo e cure ai bisognosi. Per noi è stato un esempio del compimento della visione di Michea e delle nostre speranze di costruire un’intesa più grande tra le nostre fedi. Come parte della sua dichiarazione di chiusura, l’assemblea ha affermato: «Salutiamo pertanto le iniziative congiunte delle organizzazioni internazionali cattoliche ed ebraiche che hanno iniziato a lavorare per rispondere ai bisogni degli indigenti, di quanti hanno fame, dei malati, dei giovani, di quanti sono privi d’istruzione, degli anziani. Sulla base di queste azioni di giustizia sociale, c’imp egniamo a raddoppiare i nostri sforzi per rispondere ai pressanti bisogni di tutti attraverso il nostro impegno comune con la giustizia e la carità». Questa raccolta di lavori servirà come utile faro per illuminare il nostro cammino comune nell’impresa di divenire soci di Dio, portando giustizia e carità al nostro mondo.

© Osservatore Romano - 25 settembre 2016