Commissione mista cattolico-ortodossa su primato del Papa

Francesco e Bartolomeo Istanbul 29.11.2014Si è aperta oggi a Chieti, la 14.ma plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. La sessione plenaria sarà co-presieduta, da parte cattolica, dal Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e, da parte ortodossa, dall’Arcivescovo di Telmessos Job Getcha, Rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli presso

il Consiglio Ecumenico delle Chiese, che è stato recentemente nominato a questo incarico sostituendo il noto teologo Metropolita Ioannis Zizioulas il quale ha rassegnato le dimissioni per motivi di età. Durante la plenaria, la Commissione prenderà in esame una bozza di documento, redatta dal Comitato di Coordinamento della Commissione riunitosi a Roma lo scorso settembre. Il documento intende proseguire la riflessione avviata dal Documento di Ravenna delineando alcune caratteristiche condivise da cattolici e da ortodossi di un primato al livello della Chiesa universale che sia accettato da tutti come un servizio all’unità. Si tratta di un tema che tocca il cuore del contenzioso storico tra cattolici e ortodossi. Sulle aspettative di questa plenaria ascoltiamo mons. Andrea Palmieri, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, al microfono di Philippa Hitchen:

R. – La speranza è quella di raggiungere un sufficiente consenso per poter pubblicare un documento: è dal 2007, dalla plenaria svoltasi a Ravenna che la Commissione non riesce a pubblicare un nuovo documento. Ma sarebbe molto importante riuscire a raggiungere tale consenso, perché offrirebbe la possibilità di affrontare poi nuove questioni; infatti, soltanto nel quadro teologico ed ecclesiologico del rapporto tra primato e sinodalità si possono affrontare altre questioni ancora aperte nel contenzioso tra cattolici e ortodossi.

D. – Questa Commissione si incontra tre mesi dopo il grande Concilio panortodosso che si è svolto a Creta nel mese di giugno. L’ecumenismo, i rapporti con le altre Chiese, era uno degli argomenti che sono stati affrontati ed è un argomento che ha causato alcune divisioni in questo Concilio. Che effetto avranno i risultati di questo Concilio sul vostro incontro?

R. – Il Concilio panortodosso che si è svolto a Creta ha approvato un documento sui rapporti tra la Chiesa ortodossa e il restante mondo cristiano, quindi di fatto c’è stato in quella sede un consenso tra le Chiese che hanno partecipato a quel Concilio riguardo a questo tema. E quindi siamo fiduciosi che quel consenso raggiunto in quella sede potrà aiutare anche a raggiungere un consenso sul tema che attualmente è in discussione nel dialogo tra cattolici e ortodossi. Il documento è un documento che sicuramente apre nuove prospettive, un documento che attesta la volontà della Chiesa ortodossa di continuare il dialogo teologico non solo con la Chiesa cattolica ma anche con le altre Chiese e comunità ecclesiali. Da questo punto di vista è sicuramente un incoraggiamento anche per il dialogo cattolico-ortodosso.

D. – Questo incontro ha luogo anche qualche mese dopo l’incontro di Papa Francesco con il Patriarca Kirill a Cuba: un grande evento nel rapporto tra Roma e Mosca. Anche questo forse avrà qualche ripercussione sul vostro dialogo, in questa occasione?

R. – Certamente, l’incontro di Cuba avrà un influsso positivo. Tutte le occasioni di incontro, di dialogo e di scambio tra i capi delle Chiese offrono il contesto e il clima per poter portare avanti il dialogo teologico. Ma noi dobbiamo ricordare anche un altro storico incontro che c’è stato nel corso di quest’anno: quello di Papa Francesco, il Patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Hieronimus, a Lesbo. Il dialogo teologico non è qualcosa di separato rispetto al cammino della vita delle Chiese; il dialogo teologico, quando è veramente tale, non semplicemente discussione accademica, riguarda il cuore della vita della Chiesa. Non a caso il tema della sinodalità e del primato sono al centro dell’attenzione sia della Chiesa cattolica sia della Chiesa ortodossa: entrambe le Chiese si interrogano su come vada esercitata la sinodalità nel rapporto con il primato. E questo, non soltanto per un interesse intellettuale, ma perché il rapporto è con la missione stessa della Chiesa: basta vedere come nella Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” il Papa ponga proprio le questioni della riforma del Papato e la questione della sinodalità, nel documento in cui si parla proprio della nuova evangelizzazione. Discutere di questi temi significa anche pensare insieme una Chiesa riconciliata che possa essere al servizio della missione della Chiesa di portare il Vangelo a tutti gli uomini, anche gli uomini di oggi che magari, pur essendo battezzati, non vivono pienamente la loro adesione alla Chiesa.

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