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La musica dei due polmoni

coro-ortodosso«La cultura e l’arte costituiscono una via privilegiata per incontrarci, come cattolici e ortodossi, e fare esperienza di una comunione autentica, sebbene ancora imperfetta». Lo ha detto il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un saluto al termine del concerto «Ut unum sint» che il 28 giugno nella Cappella Sistina ha visto partecipare il Coro Sinodale del Patriarcato di Mosca e quello della Cappella Musicale Pontificia. In quest’o ccasione il coro russo ha ricambiato la visita della Sistina a Mosca il mese scorso.
«Chiunque si pone alla ricerca del vero e del bello — ha continuato il porporato — si trova in relazione con il mistero di Dio. Ma chi si dedica all’arte a partire dalla fede cristiana, è consapevole di vivere una missione propriamente ecclesiale, quella di essere a servizio della gloria che splende sul volto di Cristo. In questo senso, la passione per la musica sacra di due tradizioni apparentemente così lontane, permette a tutti noi questa sera di contemplare un raggio della bellezza che promana dall’incontro con il S a l v a t o re » . Il segretario di Stato ha inoltre sottolineato che «anche attraverso l’arte, il cristianesimo può e deve respirare con due polmoni, con le tradizioni di oriente e di occidente. Lo scambio tra due cori così prestigiosi ci offre la possibilità di apprezzare armonie forse inattese, che si elevano in questo luogo per molti aspetti unico al mondo, sulle cui mura alcuni tra i più grandi geni della pittura di tutti i tempi intesero raffigurare il mistero della creazione, del peccato e della redenzione del genere umano». Da questo punto di vista, ha rilevato ancora il cardinale, «anche la musica sacra ci fa sentire avvolti nello stesso mistero di grazia e ci fa percepire in modo particolare una nostalgia di unità».

© Osservatore Romano - 1 luglio 2014