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Agostino modello di dialogo

Basilique Notre-Dame d Afrique AlgerIl cardinale Tauran inviato speciale del Papa in Algeria

«Provvidenzialmente chiamati a vivere in un Paese a maggioranza musulmana, il Papa vi invita a non trascurare il dialogo interreligioso, poiché non mancano, da una parte e dall’altra, segnali di benevolenza e di amicizia». È la consegna che il cardinale Jean-Louis Tauran ha affidato ai fedeli cattolici di Annaba, in Algeria, dove venerdì 2 maggio ha presieduto come inviato speciale del Pontefice il rito della consacrazione del santuario di sant’Agostino d’Ippona recentemente restaurato. Nel centenario della sua elevazione a basilica, il tempio è stato infatti sottoposto a lavori di ristrutturazione, grazie anche al contributo della comunità musulmana e delle autorità locali.
«Mandandomi qui — ha detto il porporato all’omelia — Pa p a Francesco ha voluto esprimervi la sua vicinanza spirituale. Mi ha dato il compito di incoraggiarvi» a perseverare insieme «con il vostro vescovo, i suoi collaboratori e tutti i fedeli di questa diocesi, nei vostri sforzi di una testimonianza cristiana sempre più credibile». Il modello è naturalmente Agostino, che proprio ad Annaba, l’antica Ippona, ha svolto il suo ministero episcopale. «Contemplando il risultato del restauro — ha spiegato citando alcune parole del santo — ho pensato alla comunità di pietre vive di questo edificio, incaricate di annunciare oggi “le meraviglie di Colui che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”. Sì, queste pietre esprimono meglio delle parole la volontà di una comunità cristiana di rimanere fedele alla sua vocazione interreligiosa, desiderosa di continuare a vivere e lavorare con ipropriamici perilbenecomune della società algerina». L’inviato pontificio ha poi sottolineato che la vocazione di «una chiesa, come di una moschea» è quella «di tenerci vicini a Dio. E se è giusto che gli uomini abbiano la loro casa, è anche giusto che Dio abbia la propria, soprattutto in un mondo come il nostro», troppo industrializzato e tecnologico e per questo facilmente disumanizzante. Da qui l’invito a monsignor Paul Desfarges, il vescovo gesuita di Constantine — la diocesi algerina che ha unito l’antico titolo di Ippona — a tenere spalancate le porte della rinnovata chiesa, come avrebbe fatto il suo santo predecessore, affinché essa diventi «una casa sempre aperta». Estendendo poi il discorso a tutta la comunità diocesana, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha esortato a mettersi alla «scuola di questo eminente maestro, illustre figlio di questa terra, zelante pastore di un piccolo gregge inquieto e povero. Egli apparteneva alla Chiesa africana — ha ricordato — purtroppo divisa tra cattolici e donatisti. Ha conosciuto la grandezza della Chiesa universale, purtroppo indebolita da paganesimo e manicheismo. Ma si è sempre sentito un servitore della Chiesa». Il celebrante ha anche notato che Agostino ha agito in un tempo in cui l’impero romano era «in stato di decomposizione», affrontando ogni sfida con un coraggio e una perspicacia che continuano «a renderlo molto vicino a noi, che viviamo in un tempo di grandi spaccature culturali e politiche». Ecco allora l’attualità dell’insegnamento di Agostino: nella ricerca della «verità per un ritorno all’uomo interiore», che pur amando la bellezza e il piacere non ne faccia un ideale assoluto; nella scoperta «della presenza di Dio nel profondo di ognuno di noi»; nel «riconoscere tracce divine nelle bellezze della natura, nella limpidezza di pensiero o nell’amicizia condivisa»; nell’amore per la pace «che può venire solo con metodi di pace»; nell’apprezzamento dell’amicizia, perché «Agostino è sempre stato accompagnato da amici»; nel considerare la storia plasmata da tre fattori concomitanti, «la provvidenza, la giustizia e la pace». Il cardinale ha espresso quindi la speranza che «in ricordo di questo personaggio eccezionale, possiamo essere degni eredi del patrimonio lasciatoci in eredità», che è «in grado di ispirare positivamente il dialogo tra i credenti. Le nostre società hanno tutto l’interesse a prestare attenzione alle convinzioni comuni che ispirano i credenti di diverse religioni», ha aggiunto citandone alcune, «cioè: che ogni persona umana ha ricevuto una dignità unica del creatore che lo rende un soggetto detentore di diritti e di libertà inalienabili; che servire il prossimo, le persone che non abbiamo scelto, ci aiuta a crescere in umanità; e che la terra e le sue risorse ci sono affidate per farle fruttificare per il bene di tutti». Infine, il celebrante ha invitato all’impegno «per fare del Mediterraneo una regione tranquilla, dove i monoteismi sappiano far rivivere con intensità e vigore crescenti gli ideali di sapienza e di santità con Agostino di Ippona. Impariamo da lui “l’intelligenza del cuore " — ha concluso — che ci permette di ascoltare e accogliere il grido di dolore dell’uomo solo, disoccupato, emarginato, dimenticato, imprigionato, torturato».

© Osservatore Romano - 2-3 maggio 2014