Unità e perdono

Vladimir SvyatoslavovichMOSCA, 29. Nei giorni in cui si commemora la memoria del «Battista della santa Russia, che ha gettato le basi per l’unità spirituale dei popoli russo e ucraino, e ci ha insegnato l’amore cristiano e il perdono, chiedo con il cuore addolorato, a nome della Chiesa ortodossa russa, di compiere ogni sforzo per fermare lo spargimento di sangue». Si conclude con queste parole il messaggio del patriarca di Mosca, Cirillo, indirizzato al presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, e al presidente della Repubblica ucraina, Petro Poroshenko, in occasione del millesimo anniversario della morte di san Vladimir I di Kiev, evento fatto coincidere quest’anno con la celebrazione del milleventisettesimo anniversario della conversione al cristianesimo della Rus’ (28 luglio 988) che vide proprio il principe come artefice. Nel testo, parlando della popolazione civile che in Ucraina vive nella zona degli scontri armati, Cirillo ricorda che «sono particolarmente vulnerabili gli anziani, i bambini, le persone con disabilità. Non tutti hanno la forza e la possibilità di lasciare le loro case. Non tutti, purtroppo, riescono a sopravvivere in queste terribili condizioni.
Qualcuno rimane ucciso dai bombardamenti, qualcuno muore di fame o malattie, o per la mancanza di forniture mediche». Il primate ortodosso russo sottolinea che «la Chiesa offre tutta l’assistenza possibile alle vittime di entrambe le parti» e che «in tutte le chiese, durante ogni servizio liturgico, si innalzano a Dio ferventi preghiere per il ritorno della pace». Anche «il metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina, Onufry, e tutta la Chiesa ortodossa ucraina da lui guidata, fanno ogni sforzo per la riconciliazione e il ripristino dell’unità del popolo. Gli attuali avvenimenti — ha concluso il patriarca — mostrano la necessità di rafforzare l’unità e il sostegno reciproco dei popoli slavi». Ieri, in Russia, il culmine dei festeggiamenti c’è stato a Mosca, dove Putin ha offerto un ricevimento al Cremlino elogiando la figura del principe Vladimir: «È difficile sopravvalutare il suo ruolo svolto nella storia del Paese; il battesimo della Russia fu una svolta chiave nella storia della nazione e della cultura, fondata sul principio dell’amore per la patria». Anche Cirillo, nel sermone pronunciato nella cattedrale di Cristo Salvatore, ha lodato san Vladimir e ricordato la sua eredità, consistente nella necessità di «salvare l’umanità dall’idolatria, dall’egoismo e dal consumismo dei nostri tempi». Per i mille anni della morte dell’artefice della conversione al cristianesimo della Rus’, il Comune di Mosca ha commissionato una grande statua di bronzo del principe Vladimir, alta quasi venticinque metri, ma non è ancora stato scelto il luogo in cui installarla. La ricorrenza è stata celebrata naturalmente anche in Ucraina, oltre che in tutto il mondo ortodosso all’estero. Il metropolita di Kiev, Onufry, capo della Chiesa ortodossa ucraina legata al patriarcato di Mosca, ha celebrato la divina liturgia nella Pečerska Lavra (il monastero delle Grotte di Kiev), dopo una lunga processione che ha attraversato le strade adiacenti e alla quale hanno partecipato migliaia di fedeli. Il presidente Poroshenko e altre autorità hanno partecipato invece a una funzione nella cattedrale di San Vladimir, guidata dal capo del cosiddetto patriarcato di Kiev, Filarete.

© Osservatore Romano - 30 luglio 2015