Non si può più tirare indietro la mano

assisi arcobalenoASSISI, 29. «Come cristiani, nostro comune compito primario è raccontare Dio agli uomini. Ma raccontare Dio significa raccontare la sua misericordia. Dio “fa misericordia”, “usa misericordia” perché è misericordia ». È quanto ha affermato monsignor Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto-Todi, durante la messa celebrata ad Assisi, mercoledì, in occasione dei lavori della cinquantaduesima sessione estiva del Sae (Segretariato attività ecumeniche) sul tema “In cammino verso un nuovo ecumenismo”.
Rivolgendosi ai presenti, il presule ha sottolineato che «il nostro incontrarci nella fede, nell’amicizia e nella preghiera conferma costantemente e nuovamente in noi questa certezza: che non siamo estranei e concorrenti gli uni per gli altri, quanto piuttosto fratelli e sorelle in Cristo. E per questo dono non potremo essere mai abbastanza grati. Anche quando insorgono differenze e problemi — ha proseguito monsignor Tuzia — non dobbiamo lasciar turbare in noi questa certezza. Non dovremmo neanche lasciarci rubare la gioia da coloro che ritengono che l’ecumenismo sia fallimentare: per noi rappresenta il mandato di Gesù Cristo, il quale ha pregato “p erché tutti siano una cosa sola”. Abbiamo teso le mani gli uni verso gli altri e non abbiamo alcuna intenzione di lasciarle andare di nuovo». Secondo il vescovo, «noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché sebbene poggiati sullo stesso fondamento comune, Gesù Cristo, viviamo in Chiese separate. Noi facciamo questo contro la volontà e contro il mandato di Gesù. Non dovremmo, dunque, tollerare le separazioni esistenti tra noi come se fossero ovvie, oppure abituarci a esse o persino abbellirle. Esse sono una contraddizione alla volontà di Gesù, e perciò, un’espressione di peccato. A causa delle nostre divisioni, abbiamo oscurato la luce di Gesù Cristo e l’abbiamo reso non credibile. Certamente il cammino appare ancora lungo e faticoso: ma non ci è consentito indietreggiare o ristag n a re » . La giornata di martedì è stata caratterizzata da una tavola rotonda sul rapporto tra cristianesimo ed ebraismo. Annarita Caponera, presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese di Perugia e docente di ecumenismo e dialogo interreligioso presso l’Istituto teologico di Assisi, ha sottolineato che «la prima riconciliazione da perseguire è quella tra ebrei e cristiani», perché riguarda il «ceppo originario», «dal quale tutto è iniziato». Caponera ha poi parlato di «come il destino di Israele si incroci con quello del cristianesimo non solo come luogo storico del sorgere della Chiesa, ma anche e soprattutto come luogo ermeneutico della coscienza delle Chiese». Il programma dei lavori, che si concluderanno sabato 1 agosto, prevede diverse iniziative, fra le quali dibattiti e a seguire la proiezione di film a tema, momenti dedicati ai giovani e, naturalmente, una visita alla Basilica.

© Osservatore Romano - 30 luglio 2015