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Al servizio della Bellezza

alba-nuova-1di MANUEL NIN

Oltre quarant’anni a servizio della Santa Sede e dell’Oriente cristiano in urbe ed in orbe. Così è stato celebrato monsignor Michel Berger, nell’atto accademico che si è svolto in suo onore giovedì 29 maggio a Roma, al Pontificio Istituto Orientale.
Oltre quarant’anni nel servizio discente e docente dell’oriente cristiano nella sua teologia, nella sua liturgia, nella sua spiritualità rese visibili nell’iconografia cristiana. Con uno sguardo amplissimo: la sua ricerca nel campo iconografico va infatti dall’o ccidente della penisola iberica all’oriente melchita, siriaco; dal nord slavo in tutte le sue componenti fino al sud col cristianesimo egiziano ed etiopico. Michel Berger, nato a SaintEtienne il 19 aprile 1935, e incardinato nella diocesi di Digne, Riez e Sisteron in Francia, è stato ordinato sacerdote a Roma con rito bizantino-slavo al Pontificio Collegio Russicum il 6 gennaio 1961. Dopo gli studi ecclesiastici compiuti presso le Facultés Catholiques di Lione e la Pontificia Università Gregoriana a Roma, ha conseguito la licenza in Teologia e la laurea in Scienze Ecclesiastiche Orientali presso il Pontificio Istituto Orientale. Cappellano del monastero femminile russo Uspenskij a Roma, venne chiamato al servizio della Santa Sede nel 1968 come officiale della Congregazione per le Chiese orientali, diventandone capo ufficio nel 1995. Dal 1999 al 2005 è stato sottosegretario della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa. Professore invitato nonché associato dal 1970 al 2011 del Pontificio Istituto Orientale, Berger è autore di opere qualificate e contributi a carattere divulgativo e scientifico nel campo della storia dell’arte bizantina in modo particolare nell’Italia meridionale, pubblicati in varie riviste e miscellanee. È stato consulente per l’arte bizantina presso la direzione dei Musei Vaticani, socio corrispondente e successivamente effettivo della Pontificia accademia romana di archeologia, ed è inoltre membro del Comitato scientifico di «Studia Liberiana», nonché del comitato vaticano dell’Asso ciation Internationale des Études Byzantines. Insignito dell’onorificenza francese di Chevalier de l’O rdre national du Mérite, vive a Roma nel Pontificio Collegio Greco dal 1975, seguendo come cappellano la comunità delle suore in servizio presso il Collegio. Nella cappella del Collegio, dedicata a san Benedetto, monsignor Berger negli anni Settanta ha dipinto l’abside che riproduce quello originale di Santo Stefano di Soleto. L’atto accademico che si è svolto nella sede del Pontificio Istituto Orientale è stato strutturato seguendo i due grandi campi di ricerca scientifica di monsignor Berger: la seduta mattutina è stata infatti dedicata alla tradizione architettonica e iconografica della terra d’Otranto in Italia; quella pomeridiana, invece, alla tradizione iconografica russa. In mattinata sono intervenuti Jean-Marie Martin, direttore di ricerca al Cnrs francese, Valentino Pace dell’università di Udine e André Jacob, professore emerito dell’università di Udine. La seduta pomeridiana ha visto l’intervento di due conferenzieri: Ivan Foletti, dell’università di Losanna e Masaryk di Brno, e il gesuita Constantin Simon, del Pontificio Istituto Orientale. La seduta si è conclusa con un momento di ricordi personali ed ecclesiali da parte dello stesso monsignor Berger che ha ricordato i suoi anni di vita romana. Anni di servizio e di collaborazione che Berger ama definire «periferici», ma durante i quali, in realtà, egli ha saputo portare al “centro” tanti aspetti, temi e soprattutto tante persone che hanno trovato e trovano in lui un maestro nella lettura e nella conoscenza delle bellezze dell’Oriente cristiano.

© Osservatore Romano - 30 - 31 maggio 2014