Tutto nasce in famiglia

Famiglia 4PRAGA, 7. «La famiglia, come Chiesa domestica, è il primo luogo dove avviene la trasmissione della fede. È lì che spesso si scopre e si sviluppa la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Allo stesso tempo la famiglia può essere il luogo dove una nascente vocazione può essere soffocata, se non è adeguatamente accompagnata e sostenuta. Se si perde di vista l’idea che l’istituzione famigliare è essenzialmente una comunità di fede per il benessere della coppia e dei figli, questo ha un effetto diretto sulla naturale armonia della vita familiare, e con essa sulla quantità e la qualità delle vocazioni».
Lo ha affermato don Michel Remery, vice segretario generale del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee), aprendo a Praga, lunedì pomeriggio, l’i n c o n t ro continentale sul tema delle vocazioni. Fra le tante insidie che la famiglia si trova oggi a dover affrontare vi è la messa in discussione del suo essere tradizionale “culla” delle vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Su questo, sino a giovedì 9, si confrontano i delegati delle conferenze episcopali e delle congregazioni religiose provenienti da venti Paesi europei e della commissione per la vita consacrata degli Stati Uniti. A guidare i lavori, ai quali partecipa il cardinale arcivescovo di Praga, Dominik Duka, è il vescovo di Crema, Oscar Cantoni, presidente della commissione per le Vocazioni del Ccee. Per monsignor Domenico dal Molin, direttore dell’ufficio vocazioni della Conferenza episcopale italiana e coordinatore dell’analoga commissione del Ccee, «lo scopo prioritario di questo convegno è di rimettere al centro dell’attenzione e della prassi pastorale una essenziale priorità della Chiesa e della pastorale familiare e vocazionale: creare, cioè, le condizioni per una cultura vocazionale della famiglia, affinché essa possa essere realmente un grembo fecondo di vocazioni». In tale prospettiva, prosegue dal Molin, «ciò significa che la famiglia non è solo il luogo dove emerge con forza la crisi educativa di questo tempo, ma può, in sinergia con tutte le altre vocazioni, divenire gradualmente il cuore pulsante di una rinascita dei percorsi vocazionali». L’intento, facendo tesoro delle indicazioni fornite da Papa Francesco nella Evangelii gaudium, è di rinnovare una «feconda alleanza» con i genitori, «per aiutarli a riscoprire la loro esperienza vocazionale di coppia e insieme per divenire, senza remore, senza timori e senza tentennamenti, il grembo fecondo dell’educazione alle scelte di vita, anche radicali e coraggiose, dei propri figli».

© Osservatore Romano - 8 luglio 2015