Rottura tra Antiochia e Gerusalemme

Christ Pantocrator breakBEIRUT, 2. La violazione dei confini di giurisdizione canonica e la creazione di una diocesi in Qatar sono i motivi scatenanti la rottura della comunione ecclesiastica con il patriarcato ortodosso di Gerusalemme. È quanto ha reso noto il santo sinodo del patriarcato grecoortodosso di Antiochia al termine della sua ultima riunione tenutasi a Balamand, in Libano, dal 23 al 26 giugno scorsi. Il comunicato finale dei lavori fornisce un breve resoconto sui preparativi del sinodo panortodosso convocato dal patriarca ecumenico Bartolomeo per il 2016, per poi affermare che uno dei fattori che ne intralciano il suo concreto svolgimento è il conflitto «territoriale» che oppone il patriarcato greco-ortodosso di Antiochia e quello di Gerusalemme a proposito della Chiesa greco-ortodossa del Qatar. Il comunicato, pubblicato in rete dal sito specializzato Parlons d’orthodoxie, precisa che secondo un accordo di principio stipulato ad Atene nel giugno 2013, il Qatar è sotto la giurisdizione di Antiochia. Il Patriarcato di Gerusalemme ha invece creato la diocesi in Qatar.
A causa di ciò, il patriarcato di Antiochia ha deciso di rompere «fino a nuovo ordine» la comunione ecclesiale. La crisi fra Antiochia e Gerusalemme si è aperta dopo l’o rd i n a - zione episcopale a opera di Gerusalemme dell’archimandrita Makarios quale metropolita del Qatar. Il patriarcato di Antiochia aveva reso pubblico il suo disaccordo già nel 13 marzo 2013. In quella occasione si condannava la decisione del patriarcato di Gerusalemme e si auspicava un ripensamento, appunto per evitare la rottura della comunione ecclesiastica. Evento che si è verificato adesso, dopo che, come rende noto il comunicato antiocheno, sono andati a vuoto i tentativi «di trovare una soluzione al problema in uno spirito di pace e su una base di cooperazione e coordinamento tra le Chiese sorelle».

© Osservatore Romano - 3 luglio 2015