Fuga da Aleppo

bimba damascoDAMASCO, 27. Circa centotrentamila civili siriani sono stati in questi giorni costretti alla fuga a causa dei pesanti bombardamenti che hanno colpito in particolare la regione di Aleppo. Secondo il forum composto da 47 organizzazioni non governative internazionali che al confine turco-siriano lavorano insieme agli esperti dell’Onu per l’e m e rg e n z a umanitaria, si registra in questi giorni un «aumento significativo della frequenza e dell’intensità dei bombardamenti aerei». Nei giorni scorsi — si legge in una nota — «sono stati colpiti centri sanitari che lavorano grazie al sostegno delle organizzazioni locali».
I combattimenti sul terreno «hanno causato nuovi rischi per i civili, destabilizzando zone che erano state relativamente stabili e sicure; questa nuova realtà ha costretto almeno 129.000 civili a fuggire da Aleppo, Idlib e Hama». La situazione è drammatica: secondo gli esperti del forum, «ci sono civili rimasti intrappolati nelle città di Aleppo e Homs. E numerose organizzazioni assistenziali hanno dovuto sospendere le loro attività». Quella del Forum non è affatto una denuncia isolata. Nei giorni scorsi, fonti mediche che lavorano nella zona di Aleppo avevano denunciato la presenza di almeno settantamila sfollati nella regione a sud della città. L’ufficio Onu per il coordinamento umanitario aveva inoltre comunicato che cinquantamila civili erano in fuga solo dalla zona meridionale di Aleppo. I combattimenti, sul terreno, non conoscono tregua. Due giorni fa, domenica, un colpo di mortaio ha raggiunto la chiesa di Aleppo dedicata a san Francesco, nel quartiere di Aziziyeh. La granata — secondo diverse fonti, proveniente dalle aree in mano ai ribelli anti-Assad — ha raggiunto il tetto, creando uno squarcio nella cupola, ma per fortuna è esplosa all’esterno. «Erano circa le sei meno dieci di sera e in chiesa c’erano circa quattrocento persone; la liturgia era arrivata al momento della comunione » riferisce all’agenzia Fides il vescovo Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo dei latini. «Se la granata fosse esplosa all’interno — ha aggiunto — sarebb e stata una strage. Invece ci sono stati solo sette fedeli feriti in maniera non grave dalla caduta dei calcinacci, e danni materiali sul tetto. Ringraziamo il Signore e la Vergine Maria. E anche i nostri fedeli, che anche dalle loro case sono accorsi subito a verificare i danni subiti dalla parrocchia e a ripulire l’interno della chiesa, così che già oggi (lunedì, ndr) vi è stata celebrata la messa mattutina». Secondo il ministero della Difesa di Mosca, ieri l’aviazione militare russa ha compiuto cinquanta nuovi raid su 94 postazioni dei terroristi del cosiddetto Stato islamico (Is), anche nelle regioni di Damasco e Dayr az Zor. Mosca è intervenuta affermando di voler combattere il fronte del terrorismo, identificato non solo nei jihadisti del cosiddetto Stato islamico (Is) ma anche nei qaedisti della Jabhat an Nusra e di altri gruppi. Washington ha più volte accusato Mosca di aver colpito nei raid anche postazioni dei ribelli che combattono contro il presidente siriano Al Assad e contro i jihadisti. Un’accusa respinta con forza.

© Osservatore Romano - 28 ottobre 2015