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Un tribunale speciale contro i crimini in Iraq e in Siria

bambino-palestinese-striscia-di-gazaGINEVRA, 4. Il World Council of Churches (Wcc) ha chiesto al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani di autorizzare una missione urgente e una relazione congiunta — che comprenda il re- latore speciale sulla libertà di reli- gione o di credo — riguardo alle condizioni delle minoranze che vi- vono nel nord dell’Iraq e che ri- sultano vittime dell’autopro clama- to Stato islamico (Is). La richiesta arriva in seguito alla visita di una delegazione del Wcc nella regione del Kurdistan iracheno compiuta nei giorni scorsi. «Abbiamo potuto parlare e raccogliere le testimonianze — ha di- chiarato Peter Prove, direttore del Wcc per gli affari internazionali — di un gran numero di sfollati da Mosul, dalla piana di Ninive e da altri luoghi ora sotto il controllo dell’Is. Le loro storie raccontano degli sforzi repressivi disumana- mente brutali, violenti e coercitivi dello Stato islamico per eliminare ogni tipo di diversità nella regio- ne».
Peter Prove ha sottolineato anche la necessità di un «chiaro impegno internazionale per man- tenere e proteggere la diversità re- ligiosa in Iraq». Il Wcc, dunque, attraverso una dichiarazione pubblica esorta l’Onu a promuovere un maggiore sostegno umanitario per la popo- lazione sfollata e raccomanda un’altra risoluzione vincolante del Consiglio di sicurezza contenente misure efficaci per togliere all’Is ogni tipo di sostegno finanziario e materiale. Sulla base dei risultati della visita della delegazione del Wcc in Iraq, nella dichiarazione viene sottolineata la situazione in particolare della comunità di Qa- raqosh: «Temiamo soprattutto per le donne e le ragazze detenute nelle prigioni e altre vendute co- me schiave dai jihadisti». Durante la visita in Iraq, i dele- gati del Wcc hanno incontrato gli sfollati delle comunità cristiane, yazidi e kaka’i (sufi), nonché i lea- der religiosi locali. Hanno verifi- cato le iniziative delle ong nella distribuzione di prodotti alimenta- ri essenziali agli sfollati e hanno anche incontrato alcune persone che, grazie alle comunità religiose locali hanno trovato riparo nei campi di emergenza. Oltre alla crisi umanitaria in Iraq, il World Council of Churches ha espresso preoccupazione per la sofferenza delle minoranze religiose e per le conseguenze a lungo termine cau- sate da questi eventi. «L’Is — si legge — sta distruggendo, e nelle zone sotto il proprio controllo ha già distrutto, la presenza e l’iden- tità delle minoranze religiose, la- cerando il tessuto sociale e il pa- trimonio di coesistenza interreli- giosa nella regione» La dichiarazione, inoltre, sotto- linea che la città di Mosul, casa dei cristiani fin dagli albori del cristianesimo, è stata svuotata del- la sua popolazione, mentre chiese, monasteri e testi sacri sono stati distrutti. «Neutralizzare la capaci- tà militare aggressiva dell’Is e sra- dicare la sua ideologia velenosa dovrebbero essere di massima im- portanza per l’intera comunità in- ternazionale, ma soprattutto per i nostri fratelli, sorelle e amici nell’islam, nel cui nome l’Is com- mette le sue atrocità». Infine, il Wcc invita a porre fi- ne alla cultura di impunità in Iraq e in tutta la regione ed esorta a istituire un tribunale speciale per i crimini di guerra e i crimini con- tro l’umanità in Iraq e Siria.

© Osservatore Romano - 5 settembre 2014