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Musulmani condannano le efferatezze dei jihadisti

1-  mani verso il cielo-mediodi GIOVANNI ZAVATTA

«La vigliacca e barbara esecuzione dell’ostaggio americano Steven Sotloff fa inorridire la coscienza uma- na, sconcerta e sfida il mondo inte- ro. Questo assassinio conferma le motivazioni criminali di movimenti terroristici privi di qualsiasi umanità che si nascondono dietro la religio- ne. Questo non può essere islam». Per la seconda volta nel giro di tre settimane il Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) interviene per condannare le violenze dei jiha- disti del cosiddetto Stato islamico. Lo fa con un breve comunicato dell’Istituto musulmano della mo- schea di Parigi, a firma del rettore, Dalil Boubakeur, che è anche presi- dente del Cfcm. «Il Corano proibi- sce il crimine e l’assassinio di inno- centi», vi si afferma, citando due versetti del testo sacro, il 32 della sura 5 («Chiunque uccida una persona che non abbia ucciso, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera») e il 33 della sura 17 («Non uccidete la vita che Dio ha reso sacra»).
Per Boubakeur, l’interpretazione deviata del Corano da parte di questi movimenti terroristici «li allontana dal messaggio del Profeta dell’islam e li esclude dalla comuni- tà dei credenti». Per questo i mu- sulmani di Francia «condannano senza riserva tali atti barbari che su- scitano orrore e sconcerto ed esigo- no che le nazioni si uniscano per sradicare questi atti di violenza che snaturano gravemente la religione musulmana». Il 13 agosto il Cfcm, considerato l’organismo più rappresentativo dell’islam nel Paese, aveva diffuso un altro comunicato nel quale, «da- vanti alle esecuzioni e alle persecu- zioni indegne subite dalle minoran- ze religiose cristiane (della Chiesa caldea) e yazide in Iraq, profonda- mente radicate nel loro territorio da secoli», si sottolineava che l’islam, religione maggioritaria in questa re- gione, «ha sempre onorato la liber- tà di credo e la coesistenza pacifica con queste etnie degne di rispetto». L’islam nella sua storia «non ha mai tradito il dialogo pacifico che il Profeta ha stabilito con i cristiani di Najran e ha permesso loro di pre- gare nella sua moschea nel tempo pasquale dell’anno 628». Il Cfcm invita di conseguenza «tutte le co- scienze in buona fede, in particola- re i musulmani, a esprimere la loro solidarietà e a difendere il principio sacro del diritto dell’altro a crede- re», e lancia un appello ai musul- mani di Francia a «riaffermare il lo- ro attaccamento alla libertà religio- sa e al rispetto del credo di ogni persona umana, ovunque essa si t ro v i » . Ieri — a dimostrazione della com- patta vicinanza della comunità mu- sulmana francese (la più numerosa d’Europa con i suoi quasi 5 milioni di membri) al dramma vissuto dalle minoranze religiose in Iraq — è in- tervenuto anche il presidente dell’Unione delle moschee di Fran- cia (Umf), Mohammed Moussaoui, il quale ha ribadito che «l’o rg a n i z - zazione conosciuta sotto il nome di “Stato islamico” non ha nulla di Stato né di islamico», non essendo altro che «un’accozzaglia di terrori- sti sanguinari». L’Umf, che riunisce circa cinquecento dei 2500-3000 luoghi di culto musulmani, sottoli- nea nel comunicato il proprio ap- pello ai giovani musulmani in Fran- cia tentati di andare a combattere a fianco dei terroristi affinché prenda- no coscienza «dell’ampiezza della gravità dei crimini di cui essi po- trebbero diventare complici». Sa- rebbero più di novecento — riferisce la France Presse — i francesi o i re- sidenti in Francia che starebbero progettando di andare in Siria per combattere tra le fila dei jihadisti o che sono già giunti nel Paese me- dio-orientale. Ma l’indignazione dei musulmani di fronte alle atroci immagini di violenza provenienti dal Vicino Oriente sta crescendo di giorno in giorno, sta diventando unanime. Khaldoun Araymit, segretario gene- rale del Consiglio supremo della legge islamica in Libano, ha affer- mato che «gli atti e le pratiche dell’Is sono totalmente estranei al messaggio della fede musulmana. L’islam è compassione e amore e comunicazione con l’altro». L’uni- versità al-Azhar de Il Cairo, uno dei principali centri di insegnamen- to religioso dell’islam sunnita, ha condannato le azioni dei miliziani dello “Stato islamico”, in particola- re lo strumento della decapitazione: «Queste azioni criminali non hanno niente a che vedere con l’islam, non hanno alcun fondamento nella leg- ge islamica, e queste persone non rappresentano l’islam», ha ribadito Abbas Shoman, alto funzionario dell’ateneo. E non mancano i mu- sulmani che su facebook e twitter esprimono il loro netto dissenso da- vanti ai crimini dei jihadisti, si tratti della crocifissione di cristiani siriani o della vendita al mercato di donne yazide rapite in Iraq. «Uccidere una persona in modo così brutale», ha dichiarato ad AsiaNews l’arcivescovo di Mossul dei Caldei, Amel Shamon Nona, commentando l’esecuzione del gior- nalista statunitense Steven Sotloff, «non è umano. Nel ventunesimo secolo non è possibile assistere an- cora a questo tipo di uccisioni così tristi e barbare». Il presule ha ag- giunto che «non siamo di fronte ad atti eccezionali», perché per le mili- zie dello “Stato islamico” questa modalità di operare «è una cosa normale», basti ricordare «quello che hanno fatto ai nostri cristiani e alle altre minoranze. Non pensano alle altre persone, non hanno in al- cun conto il valore della vita uma- na». Monsignor Nona è stato il pri- mo a lanciare l’allarme sul pericolo posto dall’avanzata degli islamisti dopo la conquista di Mosul, dove circa 500.000 persone, cristiani e musulmani, sono fuggite all’inizio di giugno, e dove è stato fondato un califfato e imposta la sharia. L’arcivescovo ha invitato a combat- tere gli islamisti «non solo con le armi», ma lavorando nel profondo sulla società e sui giovani: «Bisogna capire perché la gente, soprattutto i giovani, sono attirati da questa ideologia e lavorare a una vera rico- struzione dell’Iraq», a Baghdad co- me nelle periferie del Paese.

© Osservatore Romano - 5 settembre 2014