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Sensibilità da risvegliare

bimbi-in-slovacchiaBRATISLAVA , 30. «Il servizio della Chiesa cattolica nelle comunità rom» è il tema principale del simposio in programma dal 31 agosto al 2 settembre a Spišská Kapitula, in Slovacchia. L’evento — riferisce il Sir — è organizzato dalla Commissione per i rom e le minoranze della Conferenza episcopale con il patrocinio del suo presidente, monsignor Bernard Bober, arcivescovo di Košice. Il simposio di Spišská Kapitula (cittadella ecclesiastica che comprende anche una cattedrale e un monastero) è dedicato a coloro che lavorano attivamente con i rom o si sentono chiamati a questo tipo di lavoro.
E offrirà — spiegano gli organizzatori — ai sacerdoti, ai membri delle congregazioni religiose e ai laici «l’opp ortunità di trovare ispirazione». Scopo dell’evento è risvegliare la sensibilità delle persone verso i problemi delle persone di etnia rom (circa 400.000 in Slovacchia). Il programma prevede la presentazione di alcune iniziative nel campo della pastorale, spettacoli culturali e conferenze su diversi temi quali la base antropologica della religiosità dei rom, la storia della presenza di questo gruppo etnico in Europa, l’istruzione, la responsabilità. Intanto, dal mese di aprile a oggi, sempre in Slovacchia, sono state raccolte più di quattrocentomila firme per la petizione a favore del referendum sulla tutela giuridica della famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna. L’iniziativa fa riferimento anche a questioni riguardanti il divieto di adozione da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso e il diritto esclusivo dei genitori di educare i propri figli su questioni sensibili dal punto di vista culturale o etico come la sessualità o l’eutanasia. I risultati sono stati presentati a Bratislava al presidente della Repubblica, Andrej Kiska. «Siamo orgogliosi che l’iniziativa promossa dall’Alleanza per la famiglia (Aff), la prima iniziativa popolare nella storia del Paese, abbia avuto successo, riuscendo a raccogliere il numero di firme necessario per indire un referendum popolare», ha dichiarato a Sir Europa Anton Chromik, portavoce dell’A f f, esprimendo soddisfazione per il grande interesse mostrato dalla gente per le questioni legate alla protezione della famiglia naturale. Gli attivisti a favore della famiglia tradizionale sperano che il referendum possa essere organizzato insieme alle elezioni municipali di metà novembre. La sua validità è però subordinata alla partecipazione di almeno il 50 per cento dei cittadini, un obiettivo che nella storia della Repubblica slovacca, indipendente dal 1993, non è stato ancora raggiunto da alcun referendum.

© Osservatore Romano - 31 agosto 2014