Possiamo farlo e lo faremo insieme

teofania 4PARIGI, 1. «Possiamo farlo insieme, dobbiamo farlo insieme, e lo faremo insieme». Parole cariche di convinta speranza quelle pronunciate dall’arcivescovo anglicano di Città del Capo, Thabo Makgoba, nel corso della cerimonia di consegna della petizioni che comunità ecclesiali, religioni, ong di tutto il mondo hanno indirizzato ai leader di Governo e ai capi di Stato in occasione di Cop 21, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene in questi giorni a Parigi. Quasi due milioni di firme — per la precisione 1.780.528 — per chiedere decisivi passi in avanti nella stesura di un piano di serio contenimento dei micidiali gas serra. Il presule sudafricano, nella sua veste di “a m b a s c i a t o re ” di Act Alliance, una coalizione a livello mondiale di 137 tra chiese, comunità religiose e organizzazioni non governative, ha consegnato la raccolta di firme nelle mani di Christiana Figueres, capo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico. «Vi ringrazio — ha detto la rappresentante Onu — per il vostro contributo, per le vostre preghiere, per la vostra fede. Avete camminato in pellegrinaggio in ogni continente. Vi ringrazio per ogni singola tappa che avete attraversato. Ci avete dimostrato che è possibile fare grandi cose».
A Parigi sono infatti confluiti, provenienti dai Paesi scandinavi, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dall’Italia e dall’Africa, migliaia di partecipanti al “Pe o p l e ’s Pilgrimage”, il pellegrinaggio per la giustizia climatica promosso, tra gli altri, dal World Council of Churches e dalla Lutheran World Federation. Un impegno ecumenico sottolineato anche dall’incontro di preghiera che, proprio in concomitanza con Cop21, la Comunità di Taizé animerà nella capitale francese il 5 dicembre prossimo, alla presenza del priore fratel Alois. Analoghi appuntamento sono anche promossi, sempre dalla stessa comunità, non solo in diverse città francesi, ma anche in Germania, Svizzera, Belgio, Repubblica Ceca, Stati Uniti e Nuova Zelanda. La consegna solenne delle petizioni è avvenuta nella Salle de la Légion d’Honneur di Saint-Denis, la città-banlieue nella periferia nord di Parigi, teatro solo due settimane fa dei sanguinosi attentati che hanno sconvolto l’opinione pubblica mondiale. Rappresentanti delle religioni cristiane, musulmana, sikh, indù e leader di associazioni e ong di tutto il mondo chiedono ai leader politici riuniti a Parigi per la Cop21 il «coraggio » di arrivare a un accordo «vincolante» che possa contribuire a «salvare il pianeta» dall’aumento costante della temperatura. «Vi chiediamo in quanto responsabili politici — si legge nella petizione — di reagire con urgenza di fronte alla minaccia del cambiamento climatico e di fissare l’obiettivo di arrivare al 100% delle energie rinnovabili da qui al 2050. Abbiamo bisogno di azioni audaci». Per il Governo francese era presente Nicolas Hulot, inviato speciale del presidente François Hollande per la protezione del pianeta. Yeb Sano, ex negoziatore filippino per la tutela ambientale divenuto leader dei “pellegrini climatici”, rivolgendosi alle autorità politiche, ha detto: «Abbiamo la grande opportunità qui a Parigi di essere ricordati nella storia come la generazione che ha trovato il coraggio e la forza di cambiare. Guardate nei vostri cuori e agite per il bene dell’umanità». All’incontro di Saint-Denis ha partecipato anche il cardinale Cláudio Hummes, arcivescovo emerito di São Paulo e presidente della Rete ecclesiale pan-amazzonica, il quale ha assicurato che «la comunità cattolica si unisce alle persone di tutte le confessioni per esprimere la sua preoccupazione per la spirale di autodistruzione in cui stiamo sprofondando e per fare appello alla giustizia climatica». Il porporato, come riferito dall’agenzia Sir, ha portato a Parigi le 800.000 firme della “Pe t i - zione cattolica per il clima”. A firmare, ha spiegato Hummes, sono state le comunità parrocchiali, i movimenti, le congregazioni religiose, cardinali e vescovi «come me». Tutti si sono mobilitati per chiedere una «solidarietà intergenerazionale e intragenerazionale ». Nella petizione ai «leader del mondo riuniti alla Cop21», si chiede «una riduzione drastica delle emissioni del carbonio per mantenere la temperatura globale al di sotto della soglia preoccupante di aumento di 1,5 gradi». Nel suo discorso, il cardinale ha fatto riferimento all’appello lanciato in ottobre dai vescovi e cardinali di tutto il mondo per la Cop21 nel quale si chiedeva di «mettere fine all’era dei carboni fossili e di fissare l’obiettivo di una decarbonizzazione completa da qui al 2050». «Noi domandiamo ai Paesi più ricchi — ha proseguito il cardinale Hummes — di aiutare i Paesi più poveri che devono affrontare le conseguenze del cambiamento climatico». E, ricordando le manifestazioni che in ogni angolo del mondo si sono svolte in vista della Conferenza di Parigi, il porporato ha auspicato che «i leader politici ascoltino sia il clamore della terra sia il grido dei poveri e sappiano rispondere alla richiesta di una giustizia climatica. Il tempo è contato. È ora di agire».

© Osservatore Romano - 2 dicembre 2015