Il dono di Romero al movimento ecumenico

romeroGINEVRA, 30. I leader delle Chiese e delle organizzazioni ecumeniche hanno espresso il loro plauso per la beatificazione dell’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero. Fra questi, il pastore Angelo Peiró, della Church of the Disciples of Christ in Argentina, che fece parte della delegazione ecumenica che partecipò ai funerali del presule nella cattedrale di San Salvador il 30 maggio 1980. In quell’occasione Peirò fece una lettura del Vangelo.
«Lo spirito della cerimonia è stato veramente ecumenico, così come lo spirito del nostro lavoro in America centrale in quegli anni. Proprio mentre stavo leggendo il Vangelo — ha ricordato Peirò — alcuni cecchini appostati negli edifici intorno alla piazza aprirono il fuoco sulla folla fuori dalla cattedrale. Sparavano e la gente cominciò a correre disperatamente. Più tardi apprendemmo che 35 persone erano morte quel giorno». In una lettera inviata al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il segretario generale del World Council of Churches (Wcc), reverendo Olav Fykse Tveit, ha espresso la gioia vissuta dai cristiani delle diverse confessioni alla notizia della beatificazione. «Monsignor Romero — ha scritto Fykse Tveit — è stato un martire per la giustizia e per la pace. Nel mezzo della violenza in El Salvador, era un’immagine di Cristo buon pastore, come ha ricordato Papa Francesco in occasione della beatificazione». Il segretario generale del Wcc ha sottolineato come Romero, «attraverso il suo ministero, ha curato e amato soprattutto i più poveri e le vittime della violenza nel suo Paese». Per Fykse Tveit il coraggioso servizio di Romero fino alla morte è un esempio e un’ispirazione non solo per El Salvador e la Chiesa in questo Paese, ma per i cristiani di tutto il mondo. La sua beatificazione, si legge ancora nella lettera, «contribuisca alla guarigione delle ferite del passato anche a livello ecumenico. Il lavoro del movimento ecumenico per la giustizia, la pace e la riconciliazione — ha ricordato — è fortemente incoraggiato dalla sua testimonianza». Considerato un martire in America latina, l’arcivescovo Romero ha lasciato in effetti un’importante eredità di impegno ecumenico sociale nella regione. La sua beatificazione è stata anche apprezzata dall’ex presidente del Wcc, il vescovo Federico Pagura, della Evangelical Methodist Church of Argentina. In una lettera inviata nei giorni scorsi al vescovo di San Salvador, monsignor José Luis Escobar Alas, Pagura ha espresso gratitudine per la «visione e la forza di Papa Francesco e dei suoi gesti significativi che rinnovano la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore nella nuova generazione che cresce in questi momenti critici e difficili. Preghiamo — ha concluso Pagura — affinché questo nuovo risveglio latinoamericano e caraibico trasformi in realtà le parole di monsignor Romero e continui a seminare e piantare in questa nuova Pentecoste ecumenica che soffia in mezzo a noi».

© Osservatore Romano - 31 maggio 2015