TOVT OLEKSANDR, L'Eucologio Kieviano della Biblioteca Apostolica Vaticana

 

Tovt Oleksandr, Mukačevo,
               L'Eucologio Kieviano della Biblioteca Apostolica Vaticana,
             N.15 del fondo Borgiano - Illirico. Parte III (ff. 234v - 356)
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Direttore: P. Miguel Arranz sj

          
         II presente studio continua la serie dei lavori dedicati alle ricerche sull'Eucologio di Kiev, iniziate nel 1999 presso questo Istituto Pontificio sotto la guida del Rev.do Padre Miguel Arranz. Il presente studio è dedicato alla III parte dell'Eucologio Kieviano della Biblioteca Apostolica Vaticana, N. 15 del fondo Borgiano - Illirico. Questo Eucologio costituisce un esempio che rispecchia contemporaneamente sia i caratteri dell'eredità bizantina, sia le particolarità di una tra le metropolie periferiche della Chiesa di Costantinopoli. I ricercatori datano questo codice in vario modo: presumibilmente il momento della scrittura dovrebbe cadere nel periodo tra la seconda metà del secolo XV e l'inizio del XVI. Oltre a ciò, il manoscritto viene menzionato nella storia sotto diverse denominazioni: Euchologium Slavonicum, Euchologium Ruthenum, Codice Ruteno, Collectio variarum rerum Sacrarum. La prima parte dell'Eucologio è liturgica. Comprende i vari sacramenti, che nelle edizioni liturgiche odierne vanno per la maggior parte sotto il titolo di "rituale" (Trebnik), e anche i restanti uffici che oggi sono contenuti del Mineo e del Triodio. La seconda parte è storico-canonica. Contiene lettere e costituzioni di carattere canonico-disciplinare che sono immediatamente da connettersi alla storia della Chiesa della Rus' di Kiev. Nel corso dello studio si prende in esame la parte III dell'Eucologio; essa, come recita il titolo del lavoro, comprende più di 120 fogli del Manoscritto che contengono 25 uffici dell'anno liturgico, in uso nel territorio della Metropolia di Kiev. L'Eucologio di Kiev rappresenta di per sé uno dei manoscritti liturgici più completi del tipo cosiddetto patriarcale o episcopale.

            Il lavoro si compone di due parti: La prima parte contiene la spiegazione e la caratterizzazione del testo del manoscritto, limitandosi ai fogli 234v-356, convenzionalmente indicati come parte III del manoscritto. Questo commento è integrato da una serie di tabelle che mostrano il confronto di alcuni brani dell'Eucologio con altri testi contenenti gli stessi riti liturgici.

            La seconda parte, fondamentale, costituisce l'edizione critica del testo dell'Eucologio di Kiev, con tutte le dovute precisazioni tecniche e con l'esame delle particolarità del carattere di scrittura. Secondo il metodo scelto, il testo del manoscritto è messo a confronto con altri codici liturgici appartenenti approssimativamente al medesimo periodo storico.

          Scopo principale del lavoro è la pubblicazione del testo critico del manoscritto. Tuttavia la pubblicazione del testo senza un confronto con altre fonti liturgiche, testi che sono direttamente connessi alla generalità della materia trattata, sarebbe stata poco comprensibile e di gran lunga incompleta. Con ciò tuttavia il nostro fine principale non è stata l'analisi comparativa dei testi dei vari manoscritti, bensì il confronto è stato utilizzato come metodo ausiliario per il raggiungimento dello scopo principale. Per condurre la ricerca abbiamo scelto il metodo della comparazione con altri testi slavo-orientali. In questo abbiamo utilizzato per lo più il testo del Rituale (Potrebnik) del Patriarca Filaret /Romanov/ (1623-1625), il Rituale di L'viv (1645), il Rituale di Petro Mogyla (1646), il Rituale di Mosca (1885), e anche i testi dei cicli liturgici del Mineo e del Triodio. Per quanto riguarda la struttura dell'uno o dell'altro ufficio, del suo ordine, forma e rubriche abbiamo esaminato a volte anche testi greci. La serie dei riti liturgici analizzati nel presente lavoro costituisce senza esagerazione la parte centrale dell'Eucologio. Proprio questa parte colloca l'Eucologio di Kiev al primo posto nella serie dei pochi manoscritti conservati che appartengono per provenienza alla Rus' di Kiev. La quantità dei riti contenuti nel manoscritto supera ogni altra serie liturgica conosciuta fino ad oggi. La III parte dell'Eucologio qui presentata contiene i riti nella loro cosiddetta forma primitiva; ciò è particolarmente evidente nei riti della Settimana Santa. Nel corso della ricerca abbiamo scoperto anche una serie di fatti interessanti, testimonianti indubbiamente l'originalità dell'Eucologio in esame. Prima di tutto è necessario sottolineare la presenza nel testo di riti previsti per la celebrazione patriarcale nella Grande Chiesa di Costantinopoli: riguardo a ciò testimoniano le rubriche, presenti nel testo, che rimandano alla prassi di Santa Sofìa. In generale, nei testi esaminati c'è un'evidente influsso delle regole monastiche. Si può supporre che l'Eucologio di Kiev sia stato adattato alla celebrazione episcopale nelle chiese dei monasteri. Inoltre, il testo dell'Eucologio è testimone inoppugnabile del tipo liturgico locale, come provano le clausole che prevedono divergenze dal rito di Santa Sofìa. Allo stesso tempo questo fatto testimonia che l'Eucologio di Kiev aveva più di una fonte, ossia per la sua composizione sono stati utilizzati manoscritti diversi.

        In breve, la conclusione esplicita due tesi fondamentali: a) II rituale contenuto nella terza parte nel manoscritto non ha una sola fonte liturgica, ma è costituito  da molte; ciò consente di presupporre che il Rituale del patriarca Filaret /Romanov/ e il Rituale di Petro Mogyla sono stati composti sotto l'influenza degli stessi testi adducibili per l'Eucologio di Kiev, se non addirittura sotto l'influenza dell'Eucologio stesso. b) Fino ad oggi non ci sono conferme sufficienti per considerare l'Eucologio di Kiev l'unico testo ufficiale della metropolia di Kiev, che riproduce l'unica variante della forma di celebrazione episcopale - sebbene questa ipotesi non sia esclusa per il futuro. Nel caso che l'ipotesi fosse verificata, ciò consentirebbe di considerare l'Eucologio di Kiev fonte liturgica generale per le chiese slavo-orientali di tradizione bizantina.