Dialogo interreligioso valore dell’Europa

mondo maniBRUXELLES, 11. L’accordo di associazione che l’Ucraina dovrebbe sotto-scrivere a novembre con l’Unione europea «verrebbe incontro alle aspirazioni europee del popolo ucraino e contribuirebbe a rafforzare il moderno modello di sviluppo civile nel Paese»: a ribadirlo è stata, giorni fa, una delegazione del Con-siglio delle Chiese e delle organizza-zioni religiose dell’Ucraina (Auccro) incontrando, a Bruxelles, il commis-sario per l’Allargamento e la Politi-ca europea di vicinato, Štefan Füle.
I responsabili religiosi — ha riferito l’ambasciatore Konstantin Eliseev, rappresentante dell’Ucraina presso l’Unione europea — si sono espressi unanimemente a favore del fatto che qualsiasi nazione, Ucraina compre-sa, dovrebbe essere costruita sulla base di valori europei e principi de-mocratici. Il 25 febbraio scorso, in un vertice a Bruxelles al quale ha partecipato il presidente ucraino Viktor Janukovič, sono state poste le basi di quest’a c c 0 rd o . «Un segnale importante venuto dal clero ucraino — ha detto Eliseev — è stata la volontà di diffondere in Europa l’esperienza di coesistenza pacifica e di collaborazione costrut-tiva tra le diverse fedi e confessioni vissuta in patria, che corrisponde al-lo spirito della migliore tradizione europ ea». La delegazione dell’Auccro era composta dall’arcivescovo presiden-te, Grigoris Buniatian, primate della diocesi ucraina della Chiesa aposto-lica armena, dal patriarca Filarete, capo della Chiesa ortodossa ucrai-na-Patriarcato di Kiev, dall’a rc i v e -scovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk, guida spirituale della Chiesa greco-cattolica ucrai-na, dal rabbino capo di Kiev, Yaa-kov Dov Bleich, presidente dell’Unione delle organizzazioni re-ligiose ebraiche dell’Ucraina, dall’ar-civescovo-vescovo di KyivZhytomyr, Petro Herkulan Malchuk, responsabile della Commissione per le relazioni fra Chiesa e Stato della Chiesa cattolica, da Sheikh Ahmad Tamim, presidente della Direzione spirituale dei musulmani, dall’a rcidiacono Rostislav Vorobii, del Di-partimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina-Pa-triarcato di Mosca, e da rappresen-tanti delle confessioni evangelica, battista e luterana. Scopo del viag-gio nella capitale belga quello di stabilire ulteriori rapporti amichevo-li con l’Unione europea, di presen-tare l’esempio positivo dell’Ucraina nel campo della comprensione e della cooperazione interreligiosa e di partecipare a dibattiti con al cen-tro la promozione di una società ca-ratterizzata da alti principi morali e dalla libertà di religione. I responsabili religiosi hanno chiesto a Štefan Füle anche di acce-lerare l’introduzione del regime sen-za visti fra Ucraina e Unione euro-pea, evitando tuttavia «qualsiasi ti-po di politicizzazione» su questo te-ma. Ma è sull’importanza dei prin-cipi morali, «necessari non solo per lo sviluppo della società ucraina ma dell’intera comunità europea», che si è sviluppato il colloquio di Bru-xelles. I rappresentanti dell’Auccro hanno espresso la consapevolezza del loro «impegno davanti a Dio» di sostenere i valori morali più alti per il bene delle future generazioni, cosa che determina un adeguato orientamento nel dialogo con autorità e cittadini. Le varie crisi sociali che assillano il vecchio continente — fra esse assume particolare gravità quella demografica — hanno alla ba-se crisi spirituali e morali sulle quali «occorre fare un’ampia e approfon-dita riflessione». Dal canto suo il commissario per l’Allargamento e la Politica europea di vicinato ha mes-so in evidenza la positiva esperienza ucraina di pacifica convivenza fra le diverse religioni, modello «non solo per l’Europa ma anche per tutto il mondo globalizzato». L’Ucraina non nasconde la sua speranza di poter aderire, un gior-no, all’Unione europea. Ma al mo-mento, assieme ad altri quindici Paesi, figura soltanto tra le nazioni con le quali l’Ue applica accordi politici di vicinato (si tratta degli Stati a essa confinanti per mare o per terra). Il Consiglio delle Chiese e delle organizzazioni religiose è stato isti-tuito nel dicembre del 1996 su ini-ziativa dell’allora presidente ucraino Leonid Kuchma. Tra i suoi obiettivi principali c’è quello di unire gli sforzi tra le diverse confessioni per una rinascita spirituale e morale che possa contribuire allo sviluppo so-ciale ed economico della nazione. In Ucraina i cristiani, con netta prevalenza di ortodossi, rappresentano circa il 45 per cento della popola-zione ma è altissimo fra i cittadini il numero di persone che non aderi-scono ad alcuna religione o si definiscono atei, caratteristica questa comune a tutti i Paesi dell’ex Unione Sovietica.

© Osservatore Romano - 12 marzo 2013