Un dialogo sempre più intenso

padre-bergoglio-altre-religioniDue storiche a confronto

 

 Il numero di aprile di "Pagine Ebraiche", il mensile dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, diretto da Guido Vitale, proporrà anche alcuni approfondimenti sull'elezione di Papa Bergoglio. Anticipiamo ampi stralci del "confronto a due voci dopo la fumata bianca" nel quale le due storiche, Anna Foa e Lucetta Scaraffia - una ebrea e una cattolica, ambedue collaboratrici del nostro giornale - proseguono il dialogo che le vede protagoniste la domenica su Radio Rai Uno nel programma "Dio e le donne".

Scaraffia: Quali sono le speranze che ebrei e cristiani possono avere dal nuovo pontificato? E sono le stesse? Mi è sembrata significativa, nei giorni che sono passati fra le dimissioni di Ratzinger e l'elezione del nuovo Papa, l'attenzione spasmodica dei media mondiali. Non era solo corsa per lo scoop, eccitazione per la novità. Si è capito che tutto il mondo, anche non cattolico, guardava con ansia e speranza all'elezione del nuovo Papa perché la sua voce - ascoltata in tutto il mondo - induce alla riflessione e magari al cambiamento anche chi non si sente fedele della sua religione. È diventata sempre più una voce importante nel concerto mondiale. Mi pare che ebrei e cristiani abbiano lo stesso interesse a che le questioni importanti siano affrontate in modo profondo e libero, che non siano soffocate da ragioni politiche o, peggio ancora, finanziarie, come spesso accade. E la voce del Papa svolge un ruolo importante affinché questo non accada, soprattutto quando sa e può mettersi in sintonia con quelle di altri pensieri religiosi: penso alle ampie citazioni del rabbino Bernheim fatte da Benedetto XVI, ad esempio.

Foa: Hai assolutamente ragione, l'allargamento dell'ambito della Chiesa non si è verificato solo geograficamente ma anche culturalmente. La Chiesa è diventata una voce importante nel concerto mondiale, fatto di cristiani e di fedeli di altre religioni, di credenti e di laici. Questo vuol dire che un rinnovamento della Chiesa ha un ruolo importante anche al di là della Chiesa. Gli ebrei, che certo sono stati individuati a partire dalla Nostra aetate come suoi interlocutori privilegiati, non possono che rallegrarsi e riporre molte speranze in un rinnovamento della Chiesa cattolica, al di là della questione specifica del dialogo fra ebrei e mondo cristiano. Certo, il dialogo è fondamentale, e tutto lascia credere che riprenderà e si approfondirà a partire dal punto in cui è giunto al momento dell'abdicazione di Papa Ratzinger, un punto importante e di grande apertura teologica. Ma il dialogo guadagnerà molto anche dal fatto di essere inserito nel contesto di una Chiesa rinnovata e attenta al mondo, ne sono profondamente convinta.

 

(©L'Osservatore Romano 21 marzo 2013)