Le fedi essenziali nel ricostruire la fiducia in Europa

chiesepIncontro tra istituzioni politiche e comunità religiose sulla cittadinanza. Il presidente della Commissione, José Manuel Barroso: ''Siamo certi che le chiese possono portare un contributo fondamentale'' al progetto europeo, interpretando i sentimenti, le attese e i bisogni sociali dei cittadini. Padre Patrick Daly, segretario generale della Comece: ''La Chiesa cattolica sostiene il progetto europeo'' ed ''è coinvolta nella sua realizzazione''


  “Mentre siamo impegnati per far uscire l’Europa dalla crisi economica, diventa chiaro che occorre affrontare un’altra sfida: la crisi di fiducia e di valori” che attraversa il continente. “Ebbene, la partecipazione delle comunità religiose è indispensabile alla riuscita di questa impresa”, che passa anche dal “rimettere i cittadini nel cuore del progetto europeo”. José Manuel Barroso, presidente della Commissione, ha fatto da “padrone di casa”, il 30 maggio, all’incontro tra i rappresentanti delle istituzioni Ue e quelli delle chiese presenti nel vecchio continente. Al centro delle discussioni figurava proprio il ruolo dei cittadini nel percorso di integrazione.

Convergere sul bene comune. L’appuntamento al palazzo Berlaymont, sede dell’Esecutivo Ue, ha fornito l’opportunità per un ampio scambio di vedute sui temi di attualità, dalla crisi alle situazioni di povertà diffuse in tutti i Paesi, dalla necessità di “costruire ponti” tra i popoli all’apertura dell’Ue verso i Paesi vicini e il resto del mondo. Al contempo – come testimoniato dalla ventina di rappresentanti delle confessioni cristiane, dell’islam, dell’ebraismo e dell’induismo presenti al Berlaymont – la riflessione si è allargata ai valori europei, ai diritti fondamentali, alle radici storiche e religiose del continente, al rispetto per la libertà di fede in Europa e oltre i confini Ue, all’attenzione prioritaria da riservare ai giovani, ai lavoratori e alle famiglie che stanno patendo i pesanti effetti della recessione. Non sono mancati accenni al comune impegno contro ogni forma di discriminazione che può gravare sui fedeli delle diverse chiese. “Abbiamo ascoltato voci differenti, ma tutte rivolte alla costruzione del bene comune” in Europa, ha commentato Barroso, illustrando i punti affrontati durante il meeting. “In questo momento difficile, in cui si sperimenta il peso della crisi, occorre muoversi insieme secondo criteri di solidarietà, di equità – ha aggiunto Barroso -, valorizzando la nostra storia e contrastando ogni forma di estremismo e di populismo” che stanno risorgendo. “Siamo certi che le chiese possono portare un contributo fondamentale” al progetto europeo, interpretando i sentimenti, le attese e i bisogni sociali dei cittadini.

Valori condivisi. Le molteplici prospettive avanzate dai rappresentanti delle comunità e delle fedi religiose “ci sono di aiuto per costruire” l’Unione europea. Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Ue, ha dal canto suo sottolineato il valore del dialogo con le religioni. “Stiamo riflettendo insieme su come rinvigorire la cittadinanza europea”, tenuto conto che la crisi “che attraversiamo non è solo economica e finanziaria, ma anche morale, spirituale”. In questo senso la storia, la cultura, i “valori che condividiamo – ha precisato Van Rompuy -, dal rispetto della persona umana all’apertura verso l’altro e gli altri” diventano un elemento comune per “agire insieme” pur nel rispetto delle reciproche sfere. Per riavvicinare i cittadini alla “casa comune” “dobbiamo inoltre produrre risultati”, mostrando che “l’Europa è parte della soluzione dei nostri problemi”. I rappresenti delle diverse fedi hanno poi convenuto che “per lottare contro la povertà, per superare questa crisi, per restituire fiducia ai cittadini c’è bisogno di più Europa, non di meno Europa”. “La dignità umana e i diritti delle donne e degli uomini vanno sempre posti al centro del nostro agire – è stato detto durante un confronto finale con la stampa internazionale -. E noi vogliamo incoraggiare i responsabili politici a proseguire nel cammino di costruzione dell’Europa”.

Il patrimonio cristiano. La delegazione della chiesa cattolica comprendeva mons. Manuel Clemente, vescovo di Porto, mons. Jean Kockerols, vice presidente della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), e mons. Youssef Soueif, arcivescovo dei maroniti di Cipro e componente della Comece. Ciascun vescovo ha rivolto un intervento al summit, dai quali è possibile rilevare sottolineature condivise. Anzitutto i prelati hanno ribadito il ruolo storico, culturale e spirituale del cristianesimo nella costruzione dell’Europa di oggi e della moderna nozione di cittadinanza. “La caratteristica più importante è che – hanno affermato i vescovi - nella visione cristiana della cittadinanza, ai diritti corrispondono dei doveri”, comprese le responsabilità civiche e dunque l’impegno dei credenti nello spazio pubblico. In tal senso il cristiano “deve impegnarsi per contribuire alla creazione di una società che sia inclusiva, aperta e particolarmente sensibile a coloro i cui diritti non vengono rispettati”. Ugualmente è richiesto ai cristiani uno sforzo inteso a “trasmettere fiducia e a rafforzare il concetto di cittadinanza mediante una corretta dimensione spirituale, essenziale se l’Europa vuole trovare la sua anima”. Padre Patrick Daly, segretario generale della Comece, ha affermato: “La Chiesa cattolica sostiene il progetto europeo” ed “è coinvolta nella sua realizzazione”. “Come ha ricordato il presidente della Comece, il card. Marx, durante il nostro recente incontro con il Santo Padre, abbiamo il compito di trasmettere un’idea positiva” dell’integrazione europea, promuovendola presso i fedeli e i cittadini d’Europa.

© www.agensir.it - 30 maggio 2013