Attacco statunitense in Siria

siria distruzioni«Questa mossa arreca un danno notevole ai rapporti russo-americani, che si trovano già adesso in uno stato deplorevole». Bastano le poche parole pronunciate questa mattina dal presidente russo, Vladimir Putin, a far capire il clima tra Mosca e Washington dopo l’attacco missilistico statunitense alla base siriana di Al Shayrat.
Il leader del Cremlino non ha esitato a parlare di «aggressione contro uno stato sovrano che viola il diritto internazionale». Poi l’accusa: con questo attacco la Casa Bianca sta cercando di «distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle numerose vittime tra la popolazione civile a Mosul in Iraq». Mosca ha chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza. Gli statunitensi hanno colpito la base di Al Shayrat da cui — secondo le informazioni del Pentagono — martedì scorso erano partiti gli aerei siriani con le armi chimiche che uccisero più di ottanta civili a Khan Sheikhun. Prima di colpire, i russi sarebbero stato avvertiti, ma su questo punto non c’è una conferma ufficiale. I missili — 59 Tomahawk — sono stati lanciati da due portaerei al largo del Mediterraneo. Secondo fonti militari siriane, le vittime sarebbero sei. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (ong voce dell’opposizione in esilio a Londra), sarebbero invece «decine i membri e gli ufficiali delle forze di Damasco uccisi e feriti» nella base a circa 25 chilometri sud-est da Homs. Era la seconda più grande base aerea della Siria. Oltre agli hangar degli aerei, la base ospitava un battaglione della difesa aerea, abitazioni di ufficiali e un deposito di carburante. Dalla sua residenza a Mar-a-Lago, in Florida, dove ha accolto il presidente cinese Xi Jinping, Donald Trump ha motivato la sua decisione affermando che «il dittatore siriano Assad ha lanciato un terribile attacco con armi chimiche contro civili innocenti, uccidendo uomini, donne e bambini. Per molti di loro è stata una morte lenta e dolorosa. Anche bambini piccoli e bellissimi sono stati crudelmente uccisi in questo barbaro attacco. Nessun bambino dovrebbe mai soffrire tale orrore». Poi il presidente ha annunciato: «Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l’attacco chimico. È un interesse vitale degli Stati Uniti prevenire e fermare la diffusione e l’uso di armi chimiche mortali». La Siria, ha aggiunto, «ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu» perché «non si possono discutere le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche». Sui fatti di martedì scorso, Mosca ha una versione molto diversa. Per il Cremlino, gli aerei di Assad stavano colpendo una base del cosiddetto stato islamico (Is). Le bombe avrebbero distrutto un deposito nel quale si trovavano armi chimiche. Di qui, la nube tossica che ha ucciso decine di civili. Proprio per questo, Mosca ha minacciato il veto al consiglio di sicurezza dell’Onu su una risoluzione di condanna anti-Assad e ha criticato duramente Trump. Molto diversa la posizione dei paesi della Nato. La Turchia ha definito «positiva» la svolta impressa da Trump, parlando di «importante e significativo sviluppo». Il primo ministro britannico Theresa May ha dichiarato che si è trattato di una «risposta adeguata al barbaro attacco». Più sfumata la reazione di altri paesi europei. L’alto rappresentante europeo per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, ha dichiarato che Bruxelles «era stata informata della probabilità di un’imminente svolta degli Stati Uniti».

© Osservatore Romano - 8 aprile 2017

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