Inaccettabile fare marcia indietro · Messaggio del patriarca Bartolomeo per la Cop 23 ·

COP23 Vanno avanti i lavori sulla conferenza Onu sul clima a Bonn AFPLa ventitreesima sessione della Conferenza delle parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite offre l’opportunità per ricordare e riflettere con rigore sullo stato del nostro pianeta, e anche, come comunità globale, sul punto di arrivo e sulla direzione intrapresa, specialmente alla luce

dell’appello urgente dell’Accordo di Parigi. Lo scorso novembre, nel nostro messaggio al Cop22 abbiamo detto: «Riteniamo le nazioni responsabili delle risoluzioni raggiunte o delle violazioni compiute, specialmente conoscendo l’intimo legame tra il cambiamento climatico e la povertà globale, la migrazione e l’instabilità».

A giugno, prima del vertice del g20 ad Amburgo, abbiamo sottoscritto una lettera ispirata da Mission 2020, «esortando le nazioni a mettere in evidenza l’importanza del punto di svolta climatico del 2020 relativo alle emissioni di gas serra».

Il 1° settembre, data in cui il patriarcato ecumenico per primo ha avviato — nel lontano 1989 — una richiesta di preghiere per proteggere il creato di Dio dall’avidità umana, abbiamo presentato, insieme a Papa Francesco, una dichiarazione che afferma che non ci può essere «una soluzione genuina e duratura alla sfida della crisi ecologica e dei cambiamenti climatici senza una risposta concertata e collettiva».

Quest’anno, la nostra lettera pastorale annuale ai fedeli ortodossi in tutto il mondo ha espresso la «nostra costernazione perché, mentre è evidente che la crisi ecologica continua ad aggravarsi nel nome della crescita e dello sviluppo, l’umanità continua a rimanere sorda agli appelli globali per un cambiamento radicale nei nostri atteggiamenti verso il creato». E il mese scorso, all’Assemblea del Circolo polare artico a Reykjavík, abbiamo assicurato ai capi di stato, agli studiosi e ai rappresentanti indigeni che «oggi, sempre più persone riconoscono che la coscienza religiosa e la scienza ambientale si preoccupano similmente di questioni ultime, vale a dire del modo in cui stiamo modellando il destino dell’umanità, il pianeta e l’intero creato». Tuttavia, anche se in molti riconoscono il cambiamento climatico come la crisi forse più grande affrontata dall’umanità, c’è una forte resistenza a qualsiasi appello al cambiamento. Alcuni continuano a ignorare i segni dei nostri tempi, con uno scioglimento dei ghiacci senza precedenti, modelli climatici estremi e un impatto devastante sulla povertà nel mondo.

Nell’ultimo anno, il patriarcato ecumenico ha accresciuto il proprio coinvolgimento e la propria influenza in ambito religioso, scientifico e politico. Pertanto, esortiamo umilmente tutti voi — specialmente tutte le comunità di fede e i leader, che possono fare una grandissima differenza nel convincere i governi e le aziende — a non cedere mai alla compiacenza, e ad amplificare e intensificare sempre i vostri sforzi.

È inaccettabile fare marcia indietro in qualsiasi modo. Inoltre, è ingiustificabile anche continuare a segnare il passo.

Siamo tutti chiamati ad andare avanti nel nostro impegno verso la sacralità dei «più piccoli tra i nostri fratelli e sorelle», come anche verso l’unicità del più piccolo granello di sabbia di questo pianeta che chiamiamo casa.

©  © Osservatore Romano    13.11.2017