Messaggio del Card. Bassetti ai Valdesi

oikumene  Pubblichiamo in allegato il Messaggio che il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente della CEI, ha inviato ai Valdesi in occasione del Sinodo.

Gentilissima Moderatora, diacona Alessandra Trotta,
carissime sorelle e fratelli della Tavola Valdese, un saluto a voi e a tutti coloro che partecipano al Sinodo.
Questa assemblea generale è un momento imprescindibile per il vostro vissuto.
Nell’obbedienza alla Parola di Dio e con la guida dello Spirito Santo, vivete un’inedita versione telematica che, in questo tempo, offre senz’altro maggiori garanzie e tranquillità per tutti i partecipanti.
Purtroppo, la pandemia ha inciso e continua a incidere sui processi di vita, da quelli di routine a quelli più delicati e complessi. Eppure questi sono luoghi importanti e fondamentali per avviare il discernimento necessario a rinnovare e attualizzare la gioia di testimoniare il Signore risorto nella nostra società. Ce n’è tanto bisogno oggi!
Guardiamo, ad esempio, al contesto mediterraneo, dove le Confessioni cristiane stanno già facendo tanto.
Da sempre la condizione diasporica delle comunità religiose è una situazione normale per chi vive attorno al bacino del Mare Nostrum: una complessa ricchezza da cui attingere per una fertile e rinnovata stagione culturale e religiosa, che trova la sua ragion d’essere nella vocazione abramitica, quella cioè di colui che è chiamato ad andare verso se stesso (Gn 12,1).
Nel Mediterraneo sperimentiamo, peraltro, le fatiche dell’umanità. Quante sorelle e quanti fratelli recano in Volto i segni evidenti delle sofferenze patite. È un appello per tutti noi a non guardare altrove, ma a incrociare lo sguardo di chi chiede aiuto. E ad agire di conseguenza.
Tre sono i verbi che ci consentono di abitare questo tempo con fede (Sl 37, 3/b), per ritrovare la gioia di camminare sui sentieri della vita (Sl 16, 11/a): ascoltare, ricercare, proporre. Sono le tre direttrici attorno alle quali si svilupperà il Cammino sinodale della Chiesa cattolica che è in Italia. Si tratta, infatti, d’intercettare dal basso le domande e i bisogni che permettono di ascoltare ciò che lo Spirito del Signore sta dicendo alle Chiese (Ap 1-3).
È un esercizio di discernimento, luogo dove possono nascere intuizioni e proposte importanti e concrete.
Questi verbi sono molto cari anche al Movimento Ecumenico Europeo con il quale, il 22 aprile scorso, abbiamo fatto memoria del 20° anniversario della Charta Oecumenica, nata da un processo che ha visto il coinvolgimento diretto delle comunitàlocali. I Presidenti del CCEE e della KEK ne presero atto firmando il consenso su ben 24 “Ci impegniamo”.
Ascoltare è una dimensione molto importante, perché favorisce la consapevolezza della realtà e aiuta a intuire l’azione dello Spirito che precede sempre la Chiesa.
Sarà poi utile che la ricerca e lo studio sui dati raccolti siano arricchiti e illuminati dalla sapienza delle nostre tradizioni confessionali. Tanto è stato fatto! Dobbiamo riconoscerlo. Proprio questo c’incoraggia ad andare avanti con speranza e fiducia.
Questa stagione può favorire processi innervati, ancora di più, nelle strutture delle nostre comunità, come metodo e come stile di vita. I pastori sanno molto bene quanto sia fondamentale accompagnare i cammini con pazienza e con cura.
L’applicazione dei documenti condivisi, come la Charta Oecumenica, richiede pazienza ed energia: ma non è proprio questo ciò che di più incoraggiante possa accadere, perché ci sia dato di conoscere dove passa lo Spirito e come lo Spirito guida i passi, illumina le menti e converte le volontà?
È proprio dentro questi processi che avvengono cose nuove, si aprono orizzonti e ci sono date visioni.
L’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI ha consegnato nei mesi scorsi un questionario alle diocesi che, nei loro territori, hanno il Consiglio di Chiese Cristiane, per raccogliere dai Vescovi e dai delegati diocesani riflessioni e suggerimenti. Anche in questo modo la Charta Oecumenica può trovare un’adeguata applicazione nelle realtà locali. I Consigli di Chiese Cristiane sono un luogo importante che possiamo incoraggiare e promuovere (Direttorio Ecumenico, 25 marzo 1993 – nn.166-171). Il questionario è stato condiviso con i membri della FCEI e con le altre Confessioni cristiane. So che è stato accolto con attenzione e interesse. Mi auguro che questo possa promuovere altre tappe ecumeniche in Italia e incoraggiare proposte inedite e significative.
In tutto ci guidino i tre verbi: ascoltare, ricercare e proporre. Nel territorio italiano non sono mancati donne e uomini, vescovi e pastori, laici e laiche seriamente impegnati in campo ecumenico, appartenenti alle diverse Confessioni. Alcuni di loro hanno dato un contributo straordinario. Sono stati e sono pionieri coraggiosi dello Spirito. Credo che tutto questo, oggi, debba incarnarsi nei processi ordinari delle nostre realtà territoriali e vada trasmesso alle nuove generazioni. Preghiamo tutti insieme lo Spirito perché guidi le nostre realtà: ci doni conoscenza reciproca, testimonianza autentica e impegno per il bene comune.
Vi accompagno con la preghiera nelle vostre giornate di Sinodo.

 

Gualtiero Card. Bassetti
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve
Presidente della CEI



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