Pietro e Andrea ancora insieme

pietro-e-andrea-abbraccio-ecumenico 2Ecumenismo e pace: sono le due parole chiave del viaggio in Terra Santa che Papa Francesco inizierà sabato 24 maggio. Le ha indicate egli stesso al termine dell’udienza generale di mercoledì 21, invitando i fedeli presenti in piazza San Pietro a pregare per quello che ha definito un «viaggio strettamente religioso» nella «terra di Gesù». Soffermandosi sulla duplice motivazione del pellegrinaggio, il vescovo di Roma ha dapprima accennato all’incontro con «il mio fratello Bartolomeo I», nel cinquantesimo anniversario di quello fra Paolo VI e Atenagora I.
«Pietro e Andrea si incontreranno un’altra volta e questo è molto bello», ha commentato, ricordando poi che la seconda finalità «è pregare per la pace in quella terra che soffre tanto». Preghiere che il Papa ha chiesto anche per la comunità cattolica in Cina. In occasione della festa di Maria Ausiliatrice, molto venerata da quel popolo nel santuario di Sheshan, a Shanghai, il vescovo di Roma ha infatti auspicato che i cattolici cinesi «continuino a credere, a sperare e ad amare e siano fermento di armoniosa convivenza tra i loro concittadini». In precedenza Papa Francesco, proseguendo le catechesi sui doni dello Spirito Santo, aveva parlato del dono della scienza, incentrando la propria riflessione su un forte richiamo alla custodia del creato. Il Pontefice ha messo in guardia dalla tentazione di considerare la natura «una proprietà, di cui possiamo spadroneggiare a nostro piacimento», né tanto meno «una proprietà solo di alcuni, di pochi». Quando «noi sfruttiamo il creato — ha ammonito — distruggiamo il segno dell’a m o re di Dio. Distruggere il creato è dire a Dio: “non mi piace”. E questo non è buono: ecco il peccato». «Questo — ha incalzato il vescovo di Roma — deve essere il nostro atteggiamento nei confronti del creato: custodirlo perché se noi distruggiamo il creato, il creato ci distruggerà! Non dimenticate questo». E in proposito ha ricordato le parole confidategli da una persona semplice che viveva in campagna: «Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo alcune volte, ma il creato non perdona mai e se tu non lo custodisci lui ti d i s t ru g g e r à » . Parole che hanno trovato un’eco concreta nel successivo appello del Papa per le popolazioni di Bosnia ed Erzegovina e Serbia duramente colpite in questi giorni da allagamenti e inondazioni. L’appello è stato rilanciato anche sui social network attraverso un tweet di @Pontifex.

© Osservatore Romano - 22 maggio 2014

Udienza generale 21 maggio 2014