Primo pellegrinaggio nazionale della Chiesa in Turchia A Efeso dalla Madre di Dio

Il 26 luglio 1967 Paolo VIIl nunzio apostolico in Turchia, arcivescovo Paul Fitzpatrick Russell, assieme ai membri del- la Conferenza episcopale turca, presieduta dall’arcivescovo di Istanbul degli Armeni, Lévon Boghos Zékiyan, e a numerosi sacerdoti e religiosi provenienti dalle diverse diocesi del paese, hanno dato vita nei giorni scor si al primo pellegrinaggio na- zionale della Chiesa in Turchia alla Efes’teki Meryem ana Bazilikası, le storiche vestigia — og- gi sito archeologico nel territo- rio del comune di Selçuk — della prima basilica dedicata alla Vergine Maria, l’antico edificio che nel 431 ospitò il concilio di Efeso. Se, nonostante le avversità e le intricate vicende dottri- nali, umane e politiche, i padri conciliari proclamarono a gran voce «noi confessiamo che la Vergine santa è Madre di Dio», allo stesso modo oggi, in una realtà storica non meno com- plessa e problematica, i vescovi, i sacerdoti e il popolo cristiano hanno annunciato con la loro significativa presenza che la Turchia ha una Madre e che questa madre è la Madre di Dio. Per gli addetti agli scavi, gli uomini della sicurezza, i turisti di passaggio e gli abituali visitatori la scena è stata quanto mai insolita. Erano islamici curiosi, europei distratti, studiosi intenti alle loro ricerche, ma la bellezza della liturgia non ha lasciato indifferenti. Anche chi non comprende non può fare a meno di accorgersi di un fatto evidente: oggi la Chiesa vive, vive dello stesso Spirito che ha reso una ragazza di Nazareth la theotòkos , colei che genera Dio. «Nel 1931, in occasione del quindicesimo centenario del concilio di Efeso — ricorda monsignor Lorenzo Piretto, arcivescovo di Izmir — Pio XI istituì la festa della Divina maternità di Maria, fissandola l’11 ottobre, giorno in cui il concilio si concluse proclamando in modo ufficiale e solenne il dogma della theotòkos . Da circa quarant’anni è tradizione della nostra Chiesa locale riunirsi ogni anno, la seconda domenica di ottobre, per celebrare l’eucaristia nei luoghi dove questa verità di fede è stata promulgata. Ma da quest’anno il pellegrinaggio nazionale arricchisce la nostra celebrazione di un significato nuovo e speciale». L’abbraccio della Madre che si al- larga per chiamare a sé anche i figli più lontani e riunirli sotto il suo sguardo di speranza e di pace. «L’esiguità del numero di cristiani in Turchia — sottolinea il nunzio apostolico Russell — rende queste occasioni di incontro particolarmente preziose. Pregare insieme in questi luoghi così significativi per la nostra fede è indispensabile per cementare l’unità e sentirsi Chiesa. Con questo primo pellegrinaggio nazionale abbiamo inaugurato un nuovo sentiero. Siamo certi che negli anni a venire in molti si incammineranno su questa strada accogliendo l’invito a riunirsi intorno a Maria.  (Enza Ricciardi)

© Osservatore Romano 1.11.2017