Bartolomeo e Cirillo condannano l’attentato di Ankara

03 cristo pantocratorMOSCA, 21. Profondo dolore, sgomento, ferma condanna: la Chiesa ortodossa russa e il patriarcato ecumenico hanno espresso il loro cordoglio per la barbara uccisione dell’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione russa in Turchia, Andrej Karlov, vittima lunedì scorso di un attentato terroristico ad Ankara. Il patriarca di Mosca, Cirillo, che ha esternato le proprie condoglianze al ministro degli affari esteri russo, Serghiei Lavrov, e ai familiari dell’ambasciatore, in una lettera ricorda di aver conosciuto personalmente Karlov:
«Posso testimoniare che, nell’esercizio delle funzioni diplomatiche, si sforzava di agire conformemente alle sue convinzioni patriottiche e religiose. Rammento con gratitudine — scrive il primate — che era sempre pronto ad aiutare nella costruzione e nello sviluppo del dialogo fra la Chiesa ortodossa russa e le autorità civili della Repubblica popolare democratica di Corea, dove ha svolto l’incarico di ambasciatore della Federazione Russa dal 2001 al 2006». Karlov è stato commemorato ieri a Pyongyang, capitale della Corea del Nord, con un servizio liturgico nella cattedrale russa della Trinità. Cirillo ha parole di affetto anche per la vedova, Marina Mikhailovna, e per gli altri parenti: «Che il Signore della bontà li consoli nel dolore che li ha colpiti e conceda loro la forza necessaria per superare con dignità questa difficile prova». E assicura preghiere per il riposo dell’anima del defunto, «là dove abitano i giusti, dove non c’è malattia, né tristezza, né sospiro». Sarà lo stesso Cirillo a presiedere, domani, i funerali nella cattedrale di Cristo Salvatore. Anche il metropolita Ilarione, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca, ha manifestato la sua tristezza per la morte di Andrej Karlov. In una lettera al ministro Lavrov si dice «addolorato per la perdita di quest’uomo esperto e dotato, assieme a coloro che lo hanno conosciuto e hanno lavorato con lui nella sfera diplomatica. Nella preghiera auguro coraggio e forza spirituale». Il patriarcato ecumenico, in una nota a firma dell’arcivescovo di Costantinopoli Bartolomeo, «manifesta il suo sgomento, condanna tale azione empia e disumana contro la vita di un uomo buono e degno diplomatico, il quale ha lavorato solo per la pace», e porge le condoglianze alla famiglia, alle autorità ecclesiastiche e politiche e a tutto il popolo russo. Si augura che «durante il nuovo anno abbia fine ogni sorta di azione terroristica e il mondo trovi la pace, attraverso la fratellanza e la collaborazione reale tra gli uomini e i popoli e per il benessere di tutta l’umanità». Dal canto suo il rabbino capo di Russia, Berel Lazar, ha esortato i leader mondiali a unirsi contro il terrorismo dopo le ultime tragedie che hanno sconvolto Ankara e Berlino: «I terroristi stanno cercando di imporre al mondo intero la loro agenda e il loro linguaggio fatto di omicidi e intimidazioni, anziché di dialogo e di valore per la vita umana. L’unificazione degli sforzi dei leader mondiali nella lotta al terrorismo deve essere la risposta a questi crimini orrendi che pongono i loro organizzatori fuori del quadro delle relazioni civili».

© Osservatore Romano - 22 dicembre 2016