Romania Per il patriarca Daniel vanno riscoperte le potenzialità dei villaggi. Città in soccorso delle aree rurali

danielGemellaggio delle parrocchie più ricche dei centri urbani con le parrocchie più povere delle zone rurali al fine di offrire fraterno incoraggiamento spirituale e materiale, espresso quest’ultimo attraverso donazioni di denaro, cibo, abbigliamento, oppure cose utili alla manutenzione delle chiese o all’attività socio-pastorale: è la prima delle sette proposte concrete fatte giorni fa dal patriarca di Romania, Daniel, in occasione della conferenza che ha riunito il clero ortodosso di Bucarest e di Ilfov.
I lavori del convegno pastorale missionario dell’arcidiocesi si sono svolti nel contesto della manifestazione «2019 – Anno solenne del villaggio romeno». Nel palazzo patriarcale della capitale, oltre al primate della Chiesa ortodossa, erano presenti fra gli altri i vescovi vicari di Ploieşti, Barlaam, di Sinaia, Girolamo, e di Prahova, Timoteo, e più di ottocento membri del decanato di Bucarest e del distretto di Ilfov tra cappellani delle istituzioni caritative (ospedali, istituzioni sociali), delle scuole e dell’esercito, oltre a preti responsabili dei cimiteri statali.
Nel suo discorso, Daniel ha parlato della spiritualità del villaggio romeno e della sua situazione attuale: «Oggi il villaggio romeno è in un certo modo mortificato tra idealizzazione nostalgica e abbandono pratico, tra identità tradizionale e sopravvivenza precaria. Le aree rurali coprono l’87,1 per cento del territorio e circa il 45,7 per cento della popolazione vive nelle campagne. Il potenziale agricolo della Romania è molto alto, ma la terra non è coltivata in modo efficace. È una nazione con una terra ricca, ma con molti contadini poveri. Ci sono tanti terreni agricoli ma sparpagliati, tanta speranza ma pochi modi per lavorare in maniera efficace e valorizzare il raccolto ottenuto. In numerosi villaggi si pratica un’agricoltura di sopravvivenza, mentre alcuni sono spopolati o addirittura abbandonati e stanno lentamente scomparendo dalla mappa geografica della Romania», ha concluso con preoccupazione il patriarca.
Come fermare questa crisi? Daniel ha sottolineato l’importanza di valorizzare la cultura del luogo, esortando a organizzare delle biblioteche attraverso la donazione di libri e a concedere borse di studio agli studenti più meritevoli dei villaggi in modo che possano continuare la scuola nelle aree rurali e poi, eventualmente, in città. Tra le proposte, l’acquisto, la ristrutturazione oppure l’equipaggiamento di abitazioni con giardino, da parte delle parrocchie urbane, per utilizzarle come case per le vacanze e sviluppare attività a favore dei villaggi. Va poi dato aiuto concreto affinché i paesi di campagna mantengano e onorino la memoria degli antenati curando i cimiteri, le croci degli eroi, fornendo anche le informazioni per redigere monografie di ogni villaggio. I giovani vanno coinvolti in campi-scuola, pellegrinaggi, attività culturali, sociali ed educative, in collaborazione con i sacerdoti del villaggio, e incoraggiati a sviluppare progetti economici interessanti nelle aree rurali, come aziende agricole redditizie a conduzione familiare (zootecnia, ortaggi, frutta, apicoltura).
La conferenza è stata preceduta dalla divina liturgia e da un ufficio di intercessione celebrati nella cattedrale di San Spiridione il Nuovo dal vescovo vicario Barlaam, mentre alla fine dell’incontro è stato proiettato un film-documentario sul villaggio romeno realizzato da Trinitas, rete televisiva del patriarcato.

L'Osservatore Romano, 24-25 maggio 2019