Zenari: la speranza in Siria sta morendo (+ audio)

Al Zahraa località vicina ad Aleppo AFP or licensorsLa distruzione è enorme, manca tutto, non dimenticatevi di noi. E' l'appello del nunzio apostolico a Damasco che dopo aver incontrato il Papa, riporterà nella Repubblica Araba la vicinanza di Francesco. Il cardinale sottolinea l'impegno sul terreno per "dare voce a chi non ce l’ha " ed uscire dalla peggiore catastrofe umanitaria dopo la Seconda Guerra mondiale

MASSIMILIANO MENICHETTI

Oltre mezzo milione di morti e circa 12 milioni di sfollati, interni ed esterni. E’ questo il bilancio, che non finisce di aggiornarsi, del conflitto in Siria scoppiato ormai da dieci anni e che oggi vede anche l’incubo del Covid e il flagello della povertà estrema e della fame. Il 15 marzo del 2011, nel pieno delle rivolte che hanno interessato il mondo arabo, la primavera araba, iniziano le manifestazioni contro il governo centrale, un anno dopo, la guerra civile divampa in tutto il Paese. I cosiddetti “ribelli della prima ora”, si oppongono in una realtà a maggioranza sunnita, al presidente alawita tutt’ora in carica, Bashar Hafiz al-Asad. La rivolta degrada in brevissimo tempo e diventa un conflitto senza quartiere che vede formarsi, fronteggiarsi, appoggiarsi e combattersi: milizie locali, frange di Al qaeda, Daesh, mercenari, gruppi terroristici autocefali.

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