A breve la rinuncia dell'arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, Metropolita di Minsk-Mogilev. Il limite di età dei 75 anni del presule complica la questione Vaticano-Bielorussia

Kondrusiewicz1(R.C., a cura "Il sismografo) Il metropolita di Minsk-Mogilev, l'arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, che compie 75 anni il 3 gennaio prossimo, ha detto che sta per inviare la sua lettera di dimissioni a Papa Francesco come prescrive il Codice di Diritto Canonico. Lo riporta Euroradio. Secondo mons. Kondrusiewicz, il raggiunto limite di età è proprio il vero motivo delle dimissioni. “Sto ufficialmente andando in pensione e devo ritirarmi. Ho già scritto una lettera di dimissioni e la inoltrerò presto al nunzio, mons. Ante Jozic”, ha precisato il prelato bielorusso da mesi in esilio per volere del governo della Bielorussia  e del Presidente Lukashenko. L'arcivescovo ha commentato la questione del suo ritorno in Bielorussia con queste parole. "So che il nunzio continua a parlare del mio caso con le autorità e che la Segreteria di Stato della Santa Sede monitora costantemente la situazione". 
Tadeusz Kondrusiewicz,  secondo il Codice di Diritto Canonico della Chiesa Cattolica Romana, è obbligato a presentare una lettera di dimissioni quando sta per compiere 75 anni, ma il Pontefice può non accettarle. 
Quindi sarà interessante vedere cosa farà Papa Francesco per il bene della Chiesa e di tutti i cattolici in Bielorussia.
Vicenda Kondrusiewicz
"L'affaire Kondrusiewicz" ebbe inizio due giorni dopo le elezioni presidenziali in Bielorussia, l'11 agosto scorso, quando egli lanciò un appello in cui invitava le forze di sicurezza e i manifestanti a porre fine alle violenze iniziate subito dopo l'annuncio dei risultati preliminari. L'arcivescovo, in quel momento, osservò che "le persone hanno il diritto di conoscere la verità, che non può essere sacrificata per il bene degli interessi politici e opportunistici di qualcuno". 
Il 31 agosto, le guardie di frontiera non permisero all'arcivescovo Kondrusiewicz di rientrare in Bielorussia dalla Polonia dove si era recato per impegni pastorali. Le autorità criticarono l'arcivescovo senza fornire nessuna motivazione e senza tenere conto che si trattava di un cittadino bielorusso.
Lunedì 14 settembre si venne a sapere che il motivo formale era che il passaporto dell'arcivescovo cattolico era stato dichiarato invalido. Anche il Vaticano,  con la visita a Minsk di mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, fece pressione per il ritorno del capo della Chiesa cattolica in Bielorussia. 
All'inizio di novembre, Alexander Lukashenko disse che mons. Kondrusiewicz “si è recato in Polonia e ha ricevuto consigli su come distruggere il Paese” sottolineando che non avrebbe permesso il suo rientro in Bielorussia. Sino ad oggi l'intera vicenda sembra impantanata anche se in questi mesi è arrivato il nuovo Nunzio che mancava da molto tempo. In ambienti diplomatici si pensava che l'arrivo del  Nunzio A. Jozic avrebbe aiutato a risolvere la controversia, cosa che non è accaduta neanche dopo le udienze del diplomatico vaticano con il Ministro per gli Affari esteri e con lo stesso Presidente bielorruso.