Per l’unità spirituale dell’Europa

Mikołaj TrąbaL’attualità dei testimoni della fede in Polonia è tale che può ancora oggi essere «una fonte viva» per ispirare la nuova «opera di evangelizzazione». Rilanciando il valore delle radici della storia cristiana polacca, a cominciare da sant’Adalberto, Papa Francesco ha invitato a celebrare i seicento anni di Gniezno come sede primaziale. Nella lettera inviata il 10 aprile scorso all’a rc i v e scovo primate Wojciech Polak, il Pontefice ha infatti auspicato «che l’anno primaziale, e tutti gli avvenimenti a esso legati, diventino un’occasione per il discernimento delle nuove sfide e per la ricerca dei nuovi modi per far giungere al mondo contemporaneo il messaggio evangelico».
Con questo spirito, il Papa si è voluto unire «nella preghiera» anche «a tutti i vescovi della Chiesa in Polonia, ai delegati degli episcopati europei e al clero e i fedeli che partecipano nelle celebrazioni giubilari», chiedendo loro di pregare per «la mia persona e il mio servizio». Per Francesco «oggi, quando Gniezno e l’intera Chiesa in Polonia festeggiano il seicentesimo anniversario della sede primaziale, bisogna anche guardare al futuro e chiedere a Dio che la testimonianza di sant’Adalb erto diventi fonte viva di ispirazione per l’opera di evangelizzazione delle generazioni dei credenti in Cristo che seguiranno». Sono passati dunque sei secoli da quando, si legge nella lettera, «durante il concilio di Costanza, l’arcivescovo di Gniezno Mikołaj Trąba ha ottenuto per sé e per i suoi successori il titolo di primate di Polonia». E «non senza motivo l’onore e il compito della priorità in amore nella comunità della Chiesa in Polonia spettava alla sede di Gniezno, perché essa è legata agli inizi stessi della cristianità nella terre dei Piast, all’opera missionaria e al martirio di sant’Adalb erto». È proprio «qui, presso le sue reliquie» — ricorda Francesco — che «nell’anno 1000 i messaggeri di Papa Silvestro II si sono incontrati con l’imperatore romano Ottone III e il principe Boleslao il prode: allora Gniezno divenne la prima sede metropolitana e il centro delle strutture organizzative della Chiesa locale». Perciò, affermato il Pontefice nella lettera, «il conferimento del titolo primaziale nel 1417 ha costituito il riconoscimento e il suggello di questo unico ruolo che Gniezno svolgeva nella storia, nella consapevolezza e nei cuori dei polacchi». Ma, aggiunge, «anche nei secoli che seguirono, sia nei tempi propizi che in quelli difficili per il popolo polacco, Gniezno è rimasta un particolare punto di riferimento nella ricerca della libertà, delle motivazioni e delle forze per costruire il bene comune e per il progresso spirituale». La lettera papale fa riferimento a Giovanni Paolo II , che «memore del significato dell’e re d i t à di sant’Adalberto per i suoi connazionali nella storia più recente, tante volte ha indicato l’attualità di questa eredità nel più ampio contesto dell’Europa unita». Proprio a Gniezno, il 3 giugno 1997, Papa Wojtyła «ha ricordato che il fondamento di questa unità è “l’unità spirituale” e che questo fondamento ha “p ortato all’Europa, e consolidato lungo i secoli il cristianesimo con il suo Vangelo, con la sua comprensione dell’uomo e con il suo contributo allo sviluppo della storia dei popoli e delle nazioni”».

© Osservatore Romano - 23 aprile 2017