Discernimento e vita cristiana - di Fabrizio Contessa

discernimento c336094d25fe78ac6bd7f6b355494011Il discernimento come dimensione fondamentale della vita cristiana, sia personale che comunitaria. Infatti, così come il Vangelo richiede continuamente la vigilanza sui pensieri e le inclinazioni del

proprio cuore allo stesso modo ogni comunità cristiana è sempre sollecitata a discernere i segni dei tempi, contemperando rinnovamento e fedeltà al deposito della fede.

È lungo questa prospettiva che, dal 5 all’8 settembre, si snoderà il ventiseiesimo convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa promosso e ospitato dalla Comunità monastica di Bose in collaborazione con le Chiese ortodosse. «Discernimento e vita cristiana» è appunto il tema di questo appuntamento, divenuto ormai una tappa fissa nel collaudato itinerario di dialogo e di amicizia con le Chiese ortodosse.

I lavori, a cui hanno assicurato la partecipazione ecclesiastici ed esperti di rilevanza mondiale come pure delegazioni ecumeniche, saranno aperti da Enzo Bianchi e dal vescovo ortodosso Irinej di Sacramento. Il fondatore del monastero di Bose introdurrà le dimensioni biblica e storica del discernimento commentando l’invito evangelico a discernere i segni dei tempi, mentre il vescovo Irinej aprirà quella patristica e quella ecclesiologica parlando del discernimento ecclesiale in Ireneo da Lione.
Numerosi i messaggi, i saluti e gli attestati di stima che sono già giunti agli organizzatori. In un telegramma a firma del cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, il Pontefice invia ai partecipanti all’incontro la benedizione apostolica e il suo cordiale saluto, esortando a considerare che, sulla scorta dell’insegnamento di san Paolo, l’«autentico discernimento», dono dello Spirito santo, «richiede di educarsi alla pazienza di Dio e ai suoi tempi, che non sono i nostri». Pertanto, Papa Francesco auspica che queste «giornate di confronto fraterno possano favorire la ricerca di criteri di discernimento personali e comunitari necessari per raggiungere la conoscenza e la volontà di Dio, nella quale risiede ogni pienezza di vita».

Sul triplice aspetto del discernimento — spirituale, teologico, pastorale — dal punto di vista ecumenico è incentrato il messaggio inviato dal cardinale Kurt Koch. Per il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, «tutta l’opera ecumenica, nella sua dimensione spirituale, teologica, pastorale, è segnata dalla necessità di discernere, per conoscere meglio le ferite del Corpo del Signore. Forse, mettendo come Tommaso la mano in queste piaghe di Cristo, diventeremo più credenti? Questa potrebbe essere la grazia del movimento ecumenico».

di Fabrizio Contessa

© Osservatore Romano - 5 settembre 2018