Elia Dalla Costa il cardinale giusto

di Giulia Galeotti
Fino al pomeriggio del 26 novembre, tra i ventiquattromila Giusti fra le nazioni riconosciuti dallo Yad Vashem di Gerusalemme vi era solo un uomo che era già cardinale quando si adoperò per contrastare la Shoah. Ora, invece, all'arcivescovo di Lione Pierre-Marie Gerlier, si è affiancato il cardinale italiano Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze dal 1931 al 1961.
dalla costa02 "Il cardinale Dalla Costa - ha affermato lo Yad Vashem in un comunicato - ebbe un ruolo centrale nell'organizzazione di una vasta rete di soccorso" che, dopo l'occupazione tedesca dell'Italia, contribuì a salvare centinaia di ebrei, locali e profughi da altri Paesi. Il suo nome sarà dunque impresso nella Parete dell'Onore nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. "Il riconoscimento - ha commentato l'attuale arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori - raggiunge un pastore ancora nel cuore dei fiorentini, con un gesto che rafforza anche l'amicizia e il dialogo fra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico".
Questo grande pastore del Novecento è ormai noto ai lettori del nostro giornale. Proprio sul numero del 26 novembre dell'"Osservatore Romano" (andato in stampa poco prima della diffusione della notizia del riconoscimento alla memoria) Giovanni Preziosi ne ha firmato un lungo ritratto nella ricorrenza dei rastrellamenti nazifascisti di Firenze nell'autunno 1943. Ma già nel numero del 26 aprile 2012 avevamo pubblicato parte dell'introduzione scritta dal cardinale Betori per il volume di Giovanni Pallanti Elia Dalla Costa. Il Cardinale della carità e del coraggio (Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo): un'occasione - scrive il porporato - per riascoltare le parole di un uomo profondamente consapevole che in gioco, in quegli anni tormentati, era "il mistero stesso della salvezza da comunicare agli uomini".
E lo scorso anno Timothy Verdon aveva illustrato per le nostre pagine la mostra che il Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore dedicò all'arcivescovo in occasione del cinquantenario della morte.
Nato a Villaverla (Vicenza) il 14 maggio 1872, Dalla Costa era figlio del locale segretario comunale. Parroco di Schio durante la grande guerra, si trovò poi sulla linea del fronte. Il suo intenso lavoro organizzativo per l'accoglienza di feriti, profughi e orfani, gli valse la Croce di cavaliere della Corona d'Italia. Eletto vescovo di Padova da Pio XI il 25 maggio 1923, nove anni dopo venne promosso alla sede metropolitana di Firenze. Qui, nel 1938, si svolse un celeberrimo episodio: quando Hitler giunse in visita con Mussolini al capoluogo toscano, non solo Dalla Costa disertò le celebrazioni ufficiali, ma diede al Führer il suo personale benvenuto: fece chiudere le imposte e spegnere le luci del Palazzo arcivescovile. Riferendosi alla svastica, infatti, l'arcivescovo spiegò che non poteva accettare si venerassero "altre croci che non quella di Cristo".
E durante la persecuzione nazifascista, l'arcivescovo diede direttive precise affinché venisse fatto concretamente tutto il possibile per salvare ebrei e fuggiaschi, attraverso la creazione di un comitato clandestino la cui responsabilità affidò a don Leto Casini. Elia Dalla Costa è stato proclamato servo di Dio dalla Chiesa cattolica.

(©L'Osservatore Romano 28 novembre 2012)