Un diritto finalmente riconosciuto

rabbino copyBerlino, 19. La fine di un incubo: così le comunità ebraica e musulma-na di Germania hanno salutato l’at-to conclusivo della tormentata vi-cenda relativa alla legittimità della circoncisione rituale. Con una dop-pia votazione avvenuta nel giro di pochi giorni — prima il Bundestag, e poi il Bundesrat, la Camera dei Länder — il Parlamento tedesco la scorsa settimana ha definitivamente messo a tacere il vespaio di polemi-che e di allarme suscitato a partire dal maggio scorso da una sentenza del tribunale di Colonia (resa nota poi a giugno) che, come si ricorde-rà, condannando un medico aveva di fatto posto fuori legge la circon-cisione, equiparandola a delle lesio-ni personali e dunque passibile d’es-sere perseguita penalmente. Infatti, la sentenza pur non ponendo alcun divieto aveva denunciato un vuoto legislativo in materia, mettendo esplicitamente in dubbio l’accettabi-lità della pratica della circoncisione, secondo i giudici potenzialmente le-siva dell’integrità della persona. Con il doppio voto parlamentare la proposta di legge presentata dal Governo del cancelliere Angela Merkel può definitivamente entrare in vigore. Il Governo aveva annun-ciato nei mesi scorsi l’intenzione di agire velocemente per dare certezza di diritto al rito religioso. Il 2012, insomma, si chiude con una legge che conferma, nel rispetto di alcune prescrizioni, la legittimità della cir-concisione per motivi religiosi in Germania. D’ora in avanti le circon-cisioni dovranno essere effettuate ri-spettando precisi criteri medici e mi-nimizzando la sofferenza dei minori. Potranno essere operate anche da personale non medico, ma adegua-tamente formato, solo entro i 6 mesi di vita del bambino. Alcuni critici del provvedimento avevano proposto che si attendesse-ro i 14 anni per la circoncisione, ma questo avrebbe contravvenuto ai precetti dell’ebraismo che la impon-gono entro pochi giorni dalla nasci-ta. «Senza questa legge — hanno in-vece affermato i proponenti — la Germania sarebbe stata l’unico Pae-se al mondo a proibire una pratica che gli ebrei e alcuni musulmani considerano una parte integrante della propria cultura». Per il mini-stro della Giustizia, Sabine Leu-theusser-Schnarrenberger, «la legge è un ritorno a quella normalità che prima dello scorso maggio era evi-dente a tutti». Soddisfatte le comunità religiose interessate, la cui presenza è partico-larmente significativa in Germania, dove vivono circa 4 milioni di mu-sulmani e oltre 200.000 ebrei. Per il Consiglio centrale degli ebrei tede-schi la legge è un segnale politico importante: «Significa che le comu-nità islamica ed ebraica sono benve-nute in Germania», ha commentato il presidente Dieter Graumann, che si è detto «contento e sollevato» per la reazione «rapida e responsabile» del potere politico che ha messo fi-ne a diversi mesi di dibattito. Anche perché — ha ribadito il presidente — «il divieto di circoncisione avrebbe reso di fatto impossibile la vita ebraica in Germania». Il Consiglio centrale islamico te-desco ha invece posto l’accento sul-la «fine dell’incubo» provocato dal-la sentenza dei giudici di Colonia. Dal canto suo, il cancelliere Merkel — che già all’indomani del discusso provvedimento della magistratura aveva ravvisato la necessità di corre-re ai ripari — ancora nel corso della riunione del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, svoltosi a Fran-coforte a fine novembre, era tornata a difendere la pratica della circonci-sione. «Il rispetto per i riti religiosi è un bene prezioso», aveva detto, auspicando che il progetto di legge per regolamentare la circoncisione potesse essere votato prima della fi-ne dell’anno dal Bundestag. Il verdetto del tribunale di Colo-nia — legato al caso di un bambino musulmano di 4 anni colpito da emorragia dopo l’intervento — aveva sollevato l’indignazione di ebrei e musulmani. Durissima era stata in particolare, a luglio, la posizione as-sunta, proprio nella capitale tedesca, dalla Conferenza dei rabbini d’Eu-ropa. «Se il veto dovesse permanere non vedrei un futuro per gli ebrei in Germania», aveva ammonito il pre-sidente, Pinchas Goldschmidt, il quale aveva anche definito la sen-tenza come «forse uno dei più gravi attacchi alla vita ebraica in Europa dopo l’olo causto». E anche il presidente della Re-pubblica israeliana, Shimon Peres, con una lettera al capo dello Stato tedesco, Joachim Gauck, aveva sot-tolineato come la circoncisione sia parte inseparabile dell’identità ebrai-ca. Sul caso era intervenuto anche l’episcopato cattolico. «Si tratta — dichiarò monsignor Heinrich Mus-singhoff, presidente della sotto-com-missione per le relazioni con l’ebrai-smo — di un verdetto sorprendente poiché esso non è conforme alla li-bertà religiosa dei genitori e al loro diritto a scegliere l’educazione dei loro figli. E questi sono principi sanciti dalla nostra Costituzione».

© osservatore Romano - 20 dicembre 2012