Per educare al mutuo rispetto

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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MUSULMANI NEL MONDO INTERO PER LA FINE DEL RAMADAN ('ID AL-FITR)

 Si rivolge personalmente ai musulmani Papa Francesco, chiamandoli "cari amici", per manifestare vicinanza in un momento, per loro, denso di significati spirituali e religiosi, come può esserlo la fine del Ramadan. Firma egli stesso il messaggio che solitamente è inviato a tutti i musulmani del mondo dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso in occasione dell''Id al-Fitr, che segna appunto la conclusione del mese di digiuno e di preghiera.
E da quando, nel 1967, l'allora Segretariato per i non cristiani adottò questa iniziativa, è la seconda volta che un Pontefice invia un suo messaggio personale.
Il precedente risale al 3 aprile 1991, quando Giovanni Paolo II scrisse personalmente "ai miei cari fratelli e sorelle dell'Islam" ancora sconvolti e sofferenti a causa degli effetti tragici del conflitto in Medio Oriente.
Papa Francesco, essendo al primo anno del suo pontificato, ha così deciso di scrivere personalmente per esprimere i propri sentimenti di stima e di amicizia nei confronti dei musulmani. E coglie l'occasione per sottolineare alcuni aspetti particolari di un rapporto che certamente deve proseguire, ma sulla base del dialogo fondato su un principio fondamentale: "La promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione". La prima cosa che siamo tutti chiamati a rispettare in ciascuna persona "è innanzitutto la sua vita - avverte il Papa - la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche. Siamo perciò chiamati a pensare, parlare e scrivere dell'altro in modo rispettoso, non solo in sua presenza, ma sempre e dovunque, evitando ingiuste critiche o diffamazione". Nei rapporti interreligiosi, poi, "specialmente tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell'altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori". Uno speciale rispetto è dovuto "ai luoghi di culto. Quanto dolore arrecano gli attacchi all'uno o all'altro di questi!". Principi questi che devono essere oggetto di un'attenta opera di formazione dei giovani.

(©L'Osservatore Romano 3 agosto 2013)