In Francia si ricordano i cinquant’anni dalla cancellazione delle scomuniche del 1054

papa Paolo VI e AtenagoraPARIGI, 2. Oggi più che mai la società francese, e più in generale l’intero continente europeo, hanno bisogno che i credenti in Cristo mostrino il volto dell’unità e della fraternità. In particolare, il riaffacciarsi dell’estremismo islamico, la persecuzione dei cristiani in Medio oriente e il perdurare del conflitto in Ucraina reclamano una nuova e più intensa collaborazione tra le Chiese. È anche questo il senso della celebrazione con la quale, nel pomeriggio di domenica 4, nella cattedrale parigina di Notre-Dame, verranno ricordati i cinquant’anni della revoca della reciproca scomunica tra cattolici e ortodossi. Il 7 dicembre 1965, alla vigilia della chiusura del concilio Vaticano II, Papa Paolo VI e il patriarca Atenagora, con una storica dichiarazione comune, annullarono infatti gli antichi anatemi in vigore dallo scisma del 1054. Una pagina straordinaria nei rapporti tra le Chiese sorelle, che ha inaugurato una nuova stagione del movimento ecumenico, che in Francia ha dato vita a uno speciale Comitato misto per il dialogo cattolico-ortodosso, al quale da oltre trent’anni partecipano presuli, teologi e studiosi delle due confessioni. Lo storico anniversario sarà perciò ricordato, domenica a Notre-Dame, con la celebrazione dei vespri ortodossi presieduti dal metropolita Emmanuel, presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, alla presenza di monsignor Jérôme Beau, vescovo ausiliare di Parigi. Per l’occasione la Conferenza episcopale francese e l’Assemblea dei vescovi ortodossi hanno diffuso un messaggio congiunto nel quale, ricordando il mezzo secolo di nuove relazioni tra le Chiese di Roma e di Costantinopoli, sottolineano l’importanza del lavoro fin qui svolto dal Comitato misto per il dialogo tra cattolici e ortodossi nel tentativo, pur nel rispetto delle legittime differenze, di raggiungere una linea ecclesiologica comune. In tale prospettiva, vengono citate pubblicazioni del comitato relative all’esercizio del primato (1991) e sulle problematiche dell’uniatismo (2004). Come anche vengono salutati positivamente, pur non ignorandone le difficoltà nella recezione, i passi avanti successivi al documento redatto nel 2007 a Ravenna dal Comitato misto internazionale sulle «conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa». E il Comitato cattolico- ortodosso francese si dice «specialmente incoraggiato» dalla testimonianza di Papa Francesco e del patriarca Bartolomeo che hanno espresso l’intenzione di intensificare gli sforzi per giungere a una piena unità tra le due Chiese. Per il bene dei cristiani e la pace fra le nazioni.

© Osservatore Romano - 3 ottobre 2015