Contro l’estremismo · I rappresentanti delle Chiese ortodosse presso l’Ue ·

chiese ortodosse EUMosca, 11. «È evidente che il problema principale che inquieta oggi l’Europa è la minaccia del terrorismo e dell’estremismo, ma per noi ortodossi non è l’unico a destare preoccupazioni nel contesto del vecchio continente.

Il relativismo morale, a esempio, è un problema allarmante. Che i nostri paesi siano o non siano membri dell’Unione europea, apparteniamo tutti alla civiltà europea». Ricevendo, nei giorni scorsi scorsi, i partecipanti alla riunione del Comitato dei rappresentanti delle Chiese ortodosse presso l’Unione europea, il patriarca di Mosca, Cirillo, ha sottolineato l’importanza di formulare una posizione comune: «Come Chiesa ortodossa unica, abbiamo posizioni comuni e queste devono essere presentate insieme» per migliorare il dialogo con le istanze europee e non solo. Un percorso — ha spiegato — che in passato non è stato semplice e che per questo oggi va sostenuto, promosso e riconosciuto: «Adesso, grazie a Dio, comprendiamo come lavorare insieme».

Cirillo ha osservato che ciascuno dei membri del comitato rappresenta la sua propria Chiesa, cresciuta in un contesto politico e culturale particolare, e che, di conseguenza, ci possono essere delle differenze, ma «queste differenze non cancellano l’importanza della testimonianza ortodossa davanti alle istituzioni europee». Il futuro dell’Europa, come civiltà, «dipende dallo stato morale della società e delle persone in particolare». Il patriarca, condividendo le riflessioni sulle origini del terrorismo, le cui terribili manifestazioni toccano oggi varie nazioni, ha detto che ciò «deriva soprattutto dalla secolarizzazione radicale della società occidentale». Da qui la necessità di uno «stretto coordinamento di tutte le forze costruttive nella lotta contro la minaccia terroristica».

© Osservatore Romano   11.10.2017