Delegazione dell’eparchia di Lungro in visita agli ortodossi greci Fedeli in unità di spirito

giovanni crisostomoNella divina liturgia di san Giovanni Crisostomo, celebrata quotidianamente nella Chiesa ortodossa come nelle Chiese orientali cattoliche e nell’eparchia di Lungro, prima della recita del Credo cattolico e ortodosso il diacono rivolge ai fedeli l’esortazione Agapèsomen allèlous hina en homonòia homologhèsomen (Amiamo ci gli uni gli altri affinché in unità di spirito professiamo la nostra fede). Con l’intento di giungere a questo traguardo, il vescovo di Lungro degli italo-albanesi dell’Italia continentale, Donato Oliverio, il 17 ottobre si è recato ad Atene per incontrare sua beatitudine Ieronymos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia.
Istituita da Benedetto XV , l’eparchia di Lungro conta oggi oltre quarantamila fedeli: cittadini italiani a tutti gli effetti, albanesi per la lingua, greci per la spiritualità ecclesiale e liturgica. Cristiani della medesima identica origine della Chiesa ortodossa, in piena comunione con la Chiesa cattolica ro m a n a . Nell’incontro con il primate della Chiesa ortodossa greca, il vescovo Oliverio, accompagnato da una delegazione del clero diocesano, ha presentato la storia e il patrimonio ecclesiale di derivazione bizantina dei fedeli italo-albanesi, sottolineando la loro piena appartenenza alla Chiesa cattolica, in comunione con l’Oriente per il patrimonio liturgico e con l’O ccidente per l’ubicazione territoriale. Una realtà che vive la bellezza del primo millennio dell’era cristiana quando latini e greci, nella diversità delle lingue e delle tradizioni, esprimevano unitariamente la fede cristiana. L’arcivescovo Ieronymos, originario di un territorio greco abitato da albanofoni, ha accolto con particolare affetto la delegazione. E a monsignor Oliverio ha chiesto il testo della relazione per farlo tradurre in lingua greca e condividerlo con i confratelli vescovi del santo sinodo della Chiesa greca, ai quali proporrà l’istituzione di una commissione che si rechi in visita alle comunità albanofone di rito greco dell’eparchia per rendersi conto della loro particolare realtà di unità ecclesiale, già vissuta tra Oriente e Occidente. Egli stesso ha espresso il desiderio di compiere per primo questo viaggio di fraternità nei luoghi dove la provvidenza ha guidato e protetto questo popolo in diaspora, gli italoalbanesi, che si sono mantenuti nel tempo fedeli alla terra italiana che li ha accolti, agli antenati albanesi dei quali hanno mantenuto vivo il ricordo e la lingua, agli antenati greci di cui hanno custodito il patrimonio liturgico-spirituale, e alla Chiesa cattolica che li ha inseriti nel suo corpo. Ieronymos e Oliverio hanno concordato che la realtà dell’eparchia di Lungro può offrire una solida e sperimentata base di dialogo e di vita fraterna ai cristiani di Occidente e di Oriente, per compiere il passo decisivo e giungere alla celebrazione eucaristica comune. L’incontro dei rappresentanti dell’eparchia di Lungro è continuato nella sede del santo sinodo della Chiesa greca dove la delegazione è stata accolta da monsignor Clemente di Methoni, capo della Segreteria del santo sinodo, e dall’archimandrita Ignatios Sotiriadis, segretario della Commissione per gli affari esteri, con i quali sono state poste fiduciose premesse per l’ulteriore approfondimento del dialogo.

© Osservatore Romano - 1 novembre 2017