Taizé verso Basilea · Coinvolge tre nazioni il quarantesimo incontro europeo dei giovani ·

incontro TaizeBasilea, 15. Il quarantesimo incontro europeo dei giovani, che avrà luogo dal 28 dicembre 2017 al 1° gennaio 2018, sarà il primo organizzato dalla comunità di Taizé contemporaneamente in tre nazioni: Svizzera (Basilea), Germania (Lörrach) e Francia (Saint-Louis). Tre comuni

geograficamente confinanti che accoglieranno quasi ventimila persone, provenienti da quarantacinque paesi, per una nuova tappa di quel “pellegrinaggio della fiducia sulla terra” iniziato da fratel Roger alla fine degli anni settanta del secolo scorso. 

L’organizzazione è agli ultimi dettagli: «Stiamo ancora cercando delle famiglie disposte a ospitare i giovani», ha dichiarato all’agenzia Cath.ch Fabian Dinkel, coordinatore dell’incontro in Svizzera, precisando che desiderio dei partecipanti è quello di essere «accolti come a casa», anche se alcuni dovranno ripiegare su strutture sportive. Ma «questi ragazzi, molti hanno solo 18-19 anni, non sono esigenti. A loro — sottolinea — bastano due metri quadrati di spazio per il sacco a pelo, il pasto del pranzo e della cena».

L’idea di base è quella di promuovere lo scambio reciproco fra i partecipanti e la popolazione locale. Normalmente infatti i giovani, una volta tornati a casa, restano in contatto con la famiglia che li ha ospitati. L’arrivo in Svizzera — a dieci anni esatti dal raduno di Ginevra — è previsto per il 28 dicembre. Quel giorno i ragazzi di Taizé saranno smistati, a seconda della nazione di origine, a Basilea, Lörrach e Saint-Louis dove riceveranno le prime informazioni e verranno indirizzati nei centoventi luoghi di accoglienza predisposti in territorio svizzero, tedesco e francese. «Stiamo parlando di una logistica considerevole», spiega Dinkel: mille volontari dovranno trovarsi sul posto due giorni prima dell’inizio dell’incontro; duecentosettanta i pullman che arriveranno in Svizzera il 28 dicembre; dovranno essere acquistate dodici tonnellate di cibo e saranno distribuiti ottantamila panini e cinquantamila bottigliette d’acqua.


© Osservatore Romano   15.12.2017