Visita del Santo Padre Francesco alla Comunità Greco-Cattolica Ucraina della Basilica minore di Santa Sofia. Saluto di Sua Beatitudine Svjatoslav Ševčuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč

sviatoslav santasofiaromaSanto Padre!
E’ con grande gioia, nel nome di tutta la comunità ucraina residente in Italia, in Ucraina e in tutto il mondo, che Le do il cordiale benvenuto in questa simbolica cattedrale ucraina di Santa Sofia a Roma.

L'accogliamo con il cuore aperto e ci sentiamo accarezzati dal nostro padre, il Santo padre, il Successore di Pietro!
Secondo le statistiche ufficiali, in Italia oggi risiedono ben 200 mila cittadini ucraini, un terzo dei quali sono al di sotto di 30 anni. In realtà, considerando anche le presenze non ufficializzate, questa cifra andrebbe raddoppiata. I nostri fedeli risiedono in 145 comunità sparse in tutto il Paese dove ogni domenica raccolgono per la Divina Liturgia circa 17 mila persone. In occasione delle feste principali questa cifra supera 70 mila persone. Il ministero pastorale - sotto la guida spirituale del S.E.R Dionisio Liachovicz, Visitatore Apostolico per gli ucraini residenti in Italia - è offerto da 65 sacerdoti accolti dalle varie diocesi latine. Ad oggi però non tutti gli immigrati Ucraini sono raggiunti dalla nostra cura pastorale.
Il centro pastorale situato presso la Basilica Minore, rettoria che dipende dalla giurisdizione del Vicariato di Roma, garantisce il servizio pastorale ai fedeli residenti a Roma e nelle località vicine. La comunità è composta principalmente da donne, le mamme, le nonne che lavorano presso famiglie italiane come badanti di persone malate o anziane. Ma ci sono anche numerose famiglie giovani con bambini che si sono ormai stabilite in Italia o sono in via di stabilizzazione, e famiglie venute dall'Ucraina per curare i loro bambini malati. Ci sono inoltre molti giovani che lavorano e studiano presso vari atenei di Roma.
Queste persone soffrono spesso di solitudine, essendo lontane dalle proprie famiglie e affetti, e alcune di loro sono vittime di sfruttamento e maltrattamenti sul luogo di lavoro. Non è inusuale che siano private dai loro datori di lavoro del diritto di riposare la domenica impedendogli di partecipare alla vita liturgica e sociale, di soddisfare quindi i propri bisogni spirituali.
Presso la Basilica è in funzione la scuola di catechesi per bambini, giovani e adulti. Sono attive anche varie associazioni laiche: quella di Associazione “Santa Sofia”, la comunità “Madri nella Preghiera” e molte altre. Grazie a loro è possibile garantire un’importante attività di servizio sociale e di aiuti umanitari destinati alla soddisfazione dei bisogni degli immigrati presenti in Italia (si fanno anche collette per provvedere alle cure necessarie dei bambini), e per alleviare le sofferenze delle vittime di guerra in Ucraina. Presso la Basilica è attiva l’Università Cattolica Ucraina con la sua importante attività accademica e scientifica.
La Basilica di Santa Sofia a Roma è un tempio speciale e simbolico per tutta la nostra Chiesa. E’ stata costruita alla fine degli anni sessanta dal Cardinale Josyph Slipyj, nostro Patriarca e confessore della fede. Per ben 18 anni fu internato in campi di concentramento sovietici, e dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1963, volle costruire questa chiesa che non è solo la cattedrale della nostra Chiesa a Roma, ma soprattutto un memoriale, è un memoriale per non dimenticare le tante chiese cristiane distrutte nell’Unione Sovietica e i milioni di persone vittime della persecuzione nazista e comunista. Per tanti anni, la cripta di questa Basilica è stata il solo luogo a disposizione di tante famiglie per ricordare e pregare per i loro cari uccisi, non conoscendo o comunque non potendolo fare nel luogo della loro sepoltura. Tra questi ricordiamo il beato martire Emiliano Kovch, un sacerdote sposato ucciso dai nazisti nel campo di concentramento di Maidanek, (oggi in Polonia), per aver salvato numerose persone, ebrei perseguitati nel periodo più oscuro della Shoah. Beatificato dal santo papa Giovanni Paolo II durante la sua memorabile visita in Ucraina nel 2001, questo testimone di fede è stato proclamato patrono dei presbiteri come il volto autentico della nostra Chiesa. In questo campo di sterminio, inferno in terra, scriveva di vedere Dio, ”Unico e lo stesso per tutti – ucraini, ebrei, polacchi, lettoni e lituani…” (Dalla Lettera del Beato ai famigliari). Nel suo ricordo, è stata istituita dal mio predecessore - Cardinale Liubomyr Husar - un’importante onorificenza che ogni anno viene conferita alle tante persone che nel mondo d’oggi - lacerato dalle ideologie anti-umane e dalle guerre - costruiscono ponti per avvicinare le varie Chiese, le religioni e i popoli. Proprio qui, in Italia, desideriamo che la nostra Chiesa, attraverso i suoi fedeli e pastori, continui l’opera del beato Emiliano. Proprio ieri, in questa basilica si è svolta la cerimonia solenne di conferimento di queste onorificenze. I membri del comitato e le persone che hanno avuto l’onore di riceverle sono presenti oggi con noi.
Il fatto che proprio qui, nella cripta di questa basilica, Lei, Santo Padre, possa rendere omaggio al Suo educatore in Argentina, il salesiano vescovo Stefan Chmil morto nella fama di santità, lo consideriamo un dono della Divina Provvidenza. Secondo la Sua testimonianza, Santo Padre, proprio nella persona del padre Chmil, Lei ha conosciuto la nostra Chiesa, e le repressioni da essa subita, ma ciononostante rimasta fedele al papa e risorta in grazia del Signore nella sua terra natale 25 anni fa.
Santità!
“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza”(Is, 52,7) – dice il profeta.
La conferma della visita del Papa è stata per noi una bellissima notizia. Il nostro popolo La considera un autentico messaggero e un costruttore di pace, la pace autentica e giusta, tanto desiderata nel nostro paese, che da quattro anni subisce il flagello costante della aggressione russa che sta provocando in Europa una delle crisi umanitarie più gravi registratesi dalla fine della seconda guerra mondiale. Questa vera e propria guerra ha finora provocato centinaia di migliaia di morti e feriti e costretto milioni di persone ad emigrare dalle loro terre. Si tratta di una guerra dimenticata dalla società internazionale che, tuttavia, ogni giorno provoca nuovi lutti: causati dagli scontri armati, dal freddo e dalla fame, da una crudele indifferenza da parte dei potenti di questo mondo.
Grazie di ricordare il nostro popolo nella Sua preghiera che si concretizza nell’azione umanitaria “Papa per l’Ucraina”, grazie di scuotere la coscienza del continente europeo e renderla sensibile nei confronti dei poveri, sofferenti, stranieri e vittime dell’ingiustizia. Grazie di essere per noi il messaggero della Buona notizia di Gesù, grazie di annunciare la salvezza a quelli che si sentono disperati e afflitti. Grazie per averci visitato qui a Roma! Speriamo che questa visita sia solo il primo passo, di buon auspicio per una Sua futura visita in Ucraina!
Santo Padre, ci benedica!
Con sentimenti di devozione filiale e di profonda comunione,
porgo il mio deferente saluto nel Signore
+ Sviatoslav

Fonte: https://ilsismografo.blogspot.it/2018/01/italia-visita-del-santo-padre-francesco.html

vd anche
Visita del Santo Padre Francesco alla Comunità Greco-Cattolica Ucraina della Basilica minore di Santa Sofia in Roma, 28.01.2018


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