Malta Lettera pastorale del vescovo di Gozo. Per i poveri del nostro tempo - L'Osservatore Romano

vescovo di Gozo Mario Grech«Si può comprendere che non ci siano soluzioni facili per questa enorme emergenza che si sta verificando intorno a noi. Ma mosso dalla Parola di Dio e dall’esempio di nostro Signore Gesù Cristo che “da ricco che era, si è fatto
povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Corinzi, 8, 9), credo che come comunità credente non possiamo rimanere in silenzio e indifferenti di fronte a questa tragedia che sta coinvolgendo il nostro paese e l’Unione europea». Il vescovo di Gozo, Mario Grech, torna a prendere la parola in difesa dei «poveri del nostro tempo», ovvero i «migranti che per un motivo o un altro lasciano il loro paese in cerca di un futuro migliore».
Il presule lo aveva già fatto in occasione dei recenti festeggiamenti per la Madonna del perpetuo soccorso a Kerċem, una delle ricorrenze più importanti della Chiesa maltese, e lo ha ripetuto con una lettera pastorale indirizzata ai fedeli di Gozo. Nel documento — letto domenica scorsa in tutte le parrocchie — monsignor Grech prende le mosse dall’insegnamento di san Paolo per dire che «la celebrazione dell’eucaristia perde tutto il suo significato e la sua efficacia se i poveri sono ignorati e umiliati», e che quindi «non possiamo partecipare all’eucaristia per aprire il nostro cuore a Cristo e, allo stesso tempo, chiuderlo a coloro che soffrono».

In tale ottica, il presule evidenzia come «frequentemente, ma soprattutto nei mesi estivi, assistiamo a episodi strazianti di persone, famiglie e persino bambini che perdono la vita nel Mediterraneo». E ricorda come «testimone di questa continua tragedia Papa Francesco, arrivato al punto di definire», in un discorso del settembre 2016, «il mare limpido che circonda le nostre isole come il “cimitero del Mediterraneo”».
Di qui l’appello del vescovo che ha invitato i fedeli a sostenere il Jesuit Refugee Service di Malta: «Anche se i nostri gesti fossero solo una goccia nell’oceano, parteciperemmo al lavoro di questa organizzazione caritativa dei gesuiti a favore dei poveri dei nostri tempi». Questi gesti di generosità danno «un senso più profondo alle nostre celebrazioni eucaristiche».
L'Osservatore Romano, 17-18 luglio 2018