RUSSIA-VATICANO: PADRE CAPRIO, VISITA PUTIN MESSA A PUNTO DISEGNO POLITICO

ecumeneINTERVISTA AL SACERDOTE CHE FU FRA I PRIMI A GUIDARE PARROCHIA IN RUSSIA Roma, 21 nov. (Adnkronos) - Cremlino, Patriarcato e Vaticano in questo momento ''sono in sincronia'': la visita del presidente russo Vladimir Putin a Papa Francesco, lunedi', corrisponde ''alla fase di perfezionamento, alla messa a punto ancora non definitiva, di un disegno politico ed ecclesiastico che va bene a tutti'', spiega in una intervista all'Adnkronos Padre Stefano Caprio, docente di cultura russa al Pontificio istituto orientale, cappellano all'ambasciata italiana a Mosca negli anni Ottanta e fra i primi sacerdoti cattolici ai quali venne assegnata una parrocchia in Russia dopo il crollo del Muro di Berlino. ''Le origini di Bergoglio sono un fattore che contribuisce a questa sincronizzazione'', sottolinea padre Stefano, ricordando che il ruolo di Putin nella crisi siriana ha dato sostanza alla rivendicazione, non nuova, di Mosca come terzo polo sullo scenario internazionale oltre all'Occidente e all'Asia. Con il Papa, Putin potra' quindi presentarsi come un solido interlocutore per discutere il tema da tempo caro al Vaticano della difesa dei cristiani in Medio Oriente e della crisi in Siria. La visita del presidente e' anche ''ben sincronizzata'' con l'annuncio - dato la scorsa settimana a Roma dal metropolita Hilarion, mentre l'arcivescovo di Milano Angelo Scola era a Mosca - dei colloqui in corso fra Vaticano e Patriarcato per un incontro in un ''Paese neutro'' tra Francesco e il patriarca Kirill. ''C'e' indipendenza formale fra gli eventi, ma le cose sono ben studiate'', precisa aggiungendo che bisogna attendere perche' la sincronizzazione sia perfetta, perche' puo' ancora incrinarsi. Fondamentale per esempio l'esito del Sinodo sulla famiglia del prossimo anno, se si faranno passi verso la comunione per i divorziati o al contrario aperture alle unioni fra persone dello stesso sesso.
I problemi che avevano ostacolato tale incontro in passato ''sono stati in parte risolti negli ultimi anni", soprattutto la questione del proselitismo latino in Russia denunciato dagli ortodossi. ''Le cose si stanno orientando verso un possibile punto di contatto'', sottolinea Caprio, parroco fino al 2002 delle citta' di Vladimir e Ivanovo. ''La presenza della CHIESA cattolica in Russia si e' fatta piu' realistica. C'e' stato un ridimensionamento fisiologico dopo anni iniziali di entusiasmo in cui si e' forse andati un po' oltre'', aggiunge l'esponente cattolico, ricordando che ''dopo il crollo del Muro di Berlino sono state riaperte parrocchie, alcune delle quali un po' fittizie, senza molti fedeli: ora ne rimangono soltanto 300. Il seminario di San Pietroburgo accoglie solo una decina di studenti, ne aveva 50, e viene usato come ostello per i pellegrini. E l'Istituto di teologia per laici ha chiuso proprio quest'estate''. Per il patriarca, l'incontro con il Papa sara' anche l'occasione per ribadire ''la primazia russa sull'ortodossia'', ovvero sulle Chiese ortodosse sorelle. In questi ultimi venti anni la CHIESA di Mosca e' riuscita a ricostituire la sua struttura all'estero, dove il 70 per cento dell'ortodossia e' russa (solo in Italia ci sono un centinaio di parrocchie). Mentre per Francesco, l'incontro con Kirill sara' un'altra occasione per riproporre il suo modo di intendere il Papato delle origini, privo di poteri politici, ''un orientamento gradito dal Patriarcato''. ''Oggi il Papa non vuole piu' esibire il suo potere, e' pronto a mettersi alla pari con gli ortodossi'', dice padre Caprio.
Sia il metropolita Hilarion che il patriarca Kirill conoscono molto bene il mondo cattolico. All'avvicinamento delle due Chiese ha contribuito anche l'avvicendamento sul soglio pontificio. "Gia' papa Ratzinger era portatore di una teologia piu' rigida e vicina alla sensibilita' ortodossa, soprattutto nel suo tentativo di contrapporsi al relativismo culturale", sottolinea. papa Francesco, nelle azioni e nei gesti "e' piu' consono a quello che nel primo millennio era il primato della carita' e del servizio, e questo agli ortodossi e' gradito". Le premesse per un'intesa personale fra i capi delle due Chiese ci sono: l'attuale patriarca di Mosca ha piu' 'anzianita' di servizio' rispetto al papa e "questo rende il loro rapporto piu' equilibrato, mentre con papa Ratzinger Kirill avrebbe rischiato di apparire un discepolo". Anche il metropolita Hilarion ha giocato un ruolo importante: dopo la sua nomina agli 'esteri' ha curato molto non solo i rapporti diplomatici ma anche accademici e scientifici fra le due Chiese, e "questo ha funzionato molto bene con Benedetto XVI creando un rapporto su basi piu' solide, su uno scambio di conoscenze verificate e su giudizi meno affrettati'', conclude padre Caprio.

© www.adnkronos.it - 21 novembre 2013