Come fiumi nel deserto

ecumenedi RICCARDO BURIGANA

«Fiumi nel deserto»: questo è il tema della giornata ecumenica di preghiera per le donne del 2014 che ha coinvolto milioni di persone in oltre centosettanta Paesi del mondo; i tanti momenti di preghiera, che si sono svolti in forme molto diverse, ma sempre con uno spirito e una partecipazione interconfessionale, hanno così rinnovato la tradizione ecumenica di celebrare una giornata di preghiera per le donne nel primo venerdì di marzo.
Si tratta di una tradizione che risale alla fine del XIX secolo, quando alcune donne cristiane del Canada e degli Stati Uniti dettero vita a una serie di iniziative ecumeniche a sostegno dell’attività missionaria nei loro Paesi e nel mondo, uscendo così da una prospettiva puramente confessionale che le aveva condizionate per alcuni secoli. La celebrazione di una giornata ecumenica si è venuta sviluppando negli ultimi decenni, coinvolgendo un sempre maggior numero di Chiese e di comunità ecclesiali, che hanno scelto di vivere insieme questo momento di preghiera nel quale, sempre a partire dall’ascolto della Sacra Scrittura, riflettere sul ruolo della donna nelle comunità locali con il chiaro intento di promuovere una valorizzazione del carisma femminile e un miglioramento della condizione delle donne in tanti Pa e s i . L’iniziativa viene organizzata da World Day of Prayer (Wdp) che è un gruppo ecumenico di donne cristiane che provengono da tradizioni diverse, nato proprio per promuovere la giornata a livello mondiale all’interno di un cammino ecumenico che ponga maggiore attenzione al ruolo delle donne nelle comunità cristiane grazie alla preghiera e alla testimonianza. Ogni anno viene chiesto a uno dei numerosi gruppi locali, nei quali è articolato il Wdp, di preparare il testo della preghiera annuale in modo da condividere il passato e il presente della condizione femminile di un Paese in uno spirito ecumenico che sottolinei cosa i cristiani possano e debbano fare insieme per l’unità visibile della Chiesa. Quest’anno la preghiera è stata preparata da un gruppo ecumenico di donne dell’Egitto, dove fin dal 1928 viene celebrata questa giornata come segno tangibile di un impegno comune dei cristiani a testimoniare la centralità del ruolo della donna nella Chiesa e nella società, nonostante le difficoltà dei rapporti ecumenici del Paese. Negli ultimi anni, soprattutto dopo la «primavera araba» con maggiore forza i cristiani si sono impegnati nel riaffermare questa centralità di fronte ai tanti cambiamenti in atto in Egitto, rilanciando così la dimensione ecumenica della testimonianza cristiana nel Paese. Per il gruppo World Day of Prayer dell’Egitto il soffermarsi sull’acqua, come elemento fondamentale nella vita spirituale e materiale delle comunità, risponde al desiderio di rileggere il testo biblico alla luce della realtà presente nella quale le donne sono chiamate a testimoniare Cristo per vincere la «siccità» e dare la vita. In questa testimonianza ecumenica mai va dimenticato che la “vera acqua” viene da Cristo tanto più in un Paese, come l’Egitto che deve la sua storia all’acqua, e in un tempo nel quale la riflessione su questo importante elemento è strettamente legata all’impegno ecumenico per la salvaguardia del creato. La preghiera delle donne egiziane è stata così letta e commentata nelle tante iniziative che hanno coinvolto migliaia di comunità locali, dall’Isole Tonga agli Stati Uniti, dal Perú alla Francia, dal Sud Africa alle Filippine, in tutti e cinque i continenti. Anche in Italia ci sono state numerose iniziative ecumeniche, alcune delle quali, come a Bologna, celebrate la domenica del 9 marzo in modo da dare maggiore risalto a questo momento di preghiera ecumenica, mentre altrove, come ad Abano Terme, si è deciso di celebrare la giornata proprio il 7 marzo. Nel quadro delle iniziative mondiali, che offrono l’immagine di quanto sia radicato e diffuso il pregare ecumenicamente insieme, va ricordato, solo per fare un esempio, l’incontro al Walvis Bay (Namibia) di giovedì 6 marzo. A questo incontro, promosso da Transformation Namibia e The Bible Society of Namibia, ha preso parte anche il presidente della Namibia, Hifikepunye Pohamba, oltre a migliaia di uomini e di donne cristiane e non solo, per riaffermare quanto sia importante, per uno Stato come la Namibia, il contributo dei cristiani per vincere la violenza nei confronti delle donne, soprattutto le più giovani, che rappresenta una piaga sociale in tanti Paesi del mondo e un peccato contro la creazione. Le molteplice iniziative ecumeniche per la giornata di preghiera per le donne hanno così testimoniato quanto il dialogo ecumenico sia presente nella vita quotidiana di tante comunità cristiane già unite nel proclamare la loro fede in Gesù Cristo, condividendo così speranze e timori, gioie e preoccupazioni, risorse e progetti per un annuncio sempre più efficace della Buona Novella, che metta fine alle divisioni che non possono essere più tollerate come ha ricordato in numerose occasioni Papa Francesco. Anche quest’anno, per il tema scelto e per l’attenzione rivolta alla situazione dell’Egitto, la giornata di preghiera per le donne è stata una tappa significativa del cammino ecumenico nel quale le donne sono chiamate ad aprire la mente e il cuore al mondo intero per uscire dall’isolamento, ad arricchirsi dell’esperienza di fede di cristiane e cristiani di diversi Paesi e di altre culture, a condividere i fardelli di altri popoli, pregando con loro e agendo per loro e a individuare i propri talenti e a metterli al servizio della società.

© Osservatore Romano - 10-11 marzo 2014