Uniti in Cristo

ecumene«Per annunciare, tutti insieme, la buona novella che ci fa vivere: Cristo è risorto, è veramente risorto!»: con queste parole cattolici, ortodossi e protestanti della regione Île-de-France si sono dati appuntamento per domenica prossima alle 7.30 del mattino a La Défense, a Parigi, per condividere ecumenicamente la gioia della Pasqua con un momento di preghiera. La scelta dell’ora è stata fatta per consentire a tutti di vivere la Pasqua nelle proprie comunità, in un anno in cui tutti i cristiani la celebrano nello stesso giorno. Tuttavia, questa scelta risponde anche a un desiderio ecumenico. Infatti, si è pensato di vivere questo momento secondo l’esp erienza fatta dalle donne, che di buon mattino si recarono al sepolcro di Gesù, così come è narrato nelle sacre Scritture che rappresentano la fonte primaria del cammino ecumenico, come ha ricordato l’équipe che ha preparato l’i n c o n t ro . Il luogo della preghiera, La Défense, vuole ricordare ai cristiani quanto sia importante la loro presenza là dove vengono prese le decisioni, economiche e politiche, che riguardano il mondo: nel giorno di Pasqua i cristiani sono chiamati ad annunciare l’amore che vince la morte, e a vivere la condivisione delle speranze e dei bisogni nell’accoglienza quotidiana dell’a l t ro . Questo incontro parigino si colloca all’interno di un quadro ecumenico particolarmente vivace in Francia, soprattutto in questa quaresima, durante la quale si sono moltiplicati gli incontri di preghiera e le iniziative ecumeniche, come la celebrazione del venerdì santo nella chiesa di Saint-Pierre, dove le letture bibliche della liturgia sono affidate a membri delle diverse tradizioni cristiane proprio per sottolineare come l’ascolto della Parola di Dio aiuta i cristiani a comprendere che è più importante ciò che unisce di ciò che ancora li divide. Sia in Francia, che in Svizzera e in altri Paesi europei, sono numerose le iniziative ecumeniche di solidarietà a favore dei poveri, molte delle quali hanno percorso la quaresima e si concluderanno con gesti simbolici proprio nel giorno di Pasqua, così da riaffermare quanto la dimensione ecumenica di un cammino condiviso debba incarnarsi nel porre le comunità al servizio dei bisogni materiali e spirituali dell’uomo del XXIsecolo. In questa prospettiva assume particolare rilievo quanto è stato fatto, da anglicani e cattolici, in Inghilterra per vivere ecumenicamente la settimana santa: Listen To God: Hear the Poor hanno supplicato il cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster, e Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, negli incontri con le comunità locali dando origine a molte iniziative di solidarietà. Proprio l’azione ecumenica a favore dei poveri costituisce una sorta di filo rosso che illumina il cammino ecumenico, dall’Australia agli Stati Uniti, passando anche in Europa, con iniziative, spesso a livello locale, anche se non sono mancate quelle a livello internazionale, come l’incontro promosso dall’Ecumenical Youth Council in Europe, a Sofia. Con queste iniziative, che in molti casi richiamano esplicitamente le parole di Papa Francesco, si vuole testimoniare cosa i cristiani devono fare insieme per testimoniare il Vangelo nelle periferie del mondo nel giorno in cui si annuncia la gioia di Cristo risorto, veramente risorto. In alcuni casi preparare e celebrare ecumenicamente la Pasqua vuol dire anche rinnovare l’impegno contro ogni forma di violenza e di discriminazione per costruire la pace tra i popoli e nelle comunità locali. Questo impegno viene declinato in forme molto diverse, dalla denuncia della precarietà dell’attuale condizione delle comunità cristiane in Terra Santa e, più in generale, nel Medio oriente da parte del Consiglio delle Chiese cristiane in India, alla promozione di un cammino di riconciliazione delle memorie per vivere un futuro di comunione come scritto dagli anglicani e i luterani in Canada proprio per la Pasqua, fino alle tante veglie per la pace che sono diventate occasione di preghiera per realtà specifiche, come l’Ucraina. Nella preparazione di questi incontri, che manifestano la diffusione capillare dell’ecumenismo, in forme molto diverse, non sono mancate le voci di coloro che hanno ricordato quanto ancora deve essere fatto per superare le divisioni, anche solo riguardo alla identificazione di una data comune per la celebrazione della Pasqua. (Riccardo Burigana)