Islam, fondamentalismo, Europa. La parola a tre gesuiti e una giornalista

Saudi Arabia mapI fatti di Barcellona riportano sotto i riflettori il fondamentalismo islamico. Al di là delle notizie di cronaca, ci si interroga sui motivi profondi dell’attacco in corso. Ecco quattro opinioni qualificate. Le prime tre sono di altrettanti studiosi gesuiti, la quarta di una giornalista francese.


Padre Henri Boulad: quale islam?

Padre Boulad, lei è stato rettore del Collegio dei gesuiti al Cairo dove hanno studiato tanti musulmani e cristiani, un esempio concreto di convivenza. Eppure oggi il mondo sembra essere sotto attacco dallo stesso islam.

Ma di quale islam parliamo? È questo il punto. Nel Corano ci sono i versetti meccani e quelli di Medina. In quelli scritti alla Mecca, Maometto fa un discorso molto aperto che parla di amore, giudei e cristiani sono nostri amici, non c’è obbligo nella religione e Dio è più vicino a noi. La prima parte della vita di Maometto trasmette dunque un messaggio spirituale, di riconciliazione e di apertura. Ma quando Maometto lascia la Mecca per fondare Medina, c’è un cambiamento. Da capo spirituale diventa un capo di Stato, militare e politico. Oggi i tre quarti del Corano sono versetti di Medina e sono un appello alla guerra, alla violenza e alla lotta contro i cristiani. I musulmani nei secoli IX e X hanno preso atto di questa contraddizione e si sono messi insieme per tentare di risolverla, il risultato è stato che hanno preso una decisione ormai famosa di «abrogante» e «abrogato»: i versetti di Medina abrogano quelli della Mecca. Non solo. Il sufismo viene rifiutato e intere biblioteche vennero bruciate in Egitto e in Africa del Nord. Bisognerebbe allora riprendere i versetti originali che sono la fonte e che sono appunto i versetti della Mecca, ma questi sono stati abrogati e ciò rende la religione musulmana una religione della spada.

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/2017/08/18/