OMBRE SAUDITE Libano, paese a sovranità limitata

hariri in arabia sauditaNon basta che l’indipendenza di uno Stato sia dichiarata e celebrata ad ogni anniversario: va dimostrata nei fatti. Il 22 novembre il Libano ha festeggiato il 76° anniversario della sua indipendenza dimostrando che essa, almeno un po’, esiste: il primo ministro dimissionario Saad Hariri, tornato in patria dalla Francia dopo

un breve periodo di cattività in Arabia Saudita, ha congelato le dimissioni che gli erano state estorte. Le ha consegnate nelle mani del presidente Michel Aoun il quale gli ha chiesto di pensarci su bene, e lui ha accolto prontamente il consiglio. Ai giornalisti ha detto: «Ho presentato le dimissioni al presidente e lui ha auspicato che si prenda tempo per riflettere sulle loro cause. Ho risposto a questo auspicio, con la speranza che si arrivi a un dialogo e che si risolvano i problemi del paese». E ai sostenitori che lo hanno acclamato sotto casa: «Resterò con voi, continueremo insieme ad essere in prima linea nella difesa del Libano e della sua stabilità».

Ad Hariri tre settimane fa è successa una cosa che non succedeva nemmeno ai leader dei partiti comunisti stranieri ai tempi dell’Unione Sovietica e della dottrina Breznev della sovranità limitata. Da un giorno all’altro è stato convocato a Riyadh dalle autorità saudite, e una volta arrivato lì è stato costretto a leggere in televisione l’annuncio delle sue dimissioni e a pronunciare attacchi verbali contro il partito Hezbollah, che partecipa della coalizione di governo da lui presieduta, e contro l’Iran con un linguaggio a lui estraneo. Quindi è stato bloccato in Arabia fino al 17 novembre e costretto a dichiarare in un’altra intervista che non era trattenuto contro la sua volontà, finché la mediazione del presidente francese Emmanuel Macron gli ha permesso di prendere un volo per Parigi, dalla quale è poi ripartito per tornare finalmente a Beirut.

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24.11.2017