Erdoğan convoca elezioni anticipate · Presidenziali e legislative si terranno il 14 giugno ·

ErdoganLa Turchia torna alle urne. Con un anticipo di oltre un anno, il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha convocato per il 24 giugno le elezioni presidenziali che attribuiranno per la prima volta i nuovi poteri introdotti dal contestato

referendum costituzionale del 2017. «In un periodo in cui gli sviluppi in Siria si sono accelerati, e dobbiamo prendere decisioni molto importanti, dagli equilibri macroeconomici ai grandi investimenti, la questione delle elezioni deve essere eliminata dall’agenda al più presto possibile» ha detto Erdoğan, annunciando alla nazione la chiamata alle urne. «Anche se il presidente e il governo lavorano all’unisono, le malattie del vecchio sistema ci ostacolano a ogni passo che facciamo» ha aggiunto Erdoğan. Un’accelerazione improvvisa, quella proposta dal presidente turco, decisa dopo l’appello lanciato due giorni fa dall’alleato Devlet Bahçeli, leader del Partito del movimento nazionalista (Mhp), che nel contestuale voto parlamentare (sempre il 24 giugno) si presenterà in coalizione con il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) di Erdoğan. Durante una riunione di partito, Bahçeli aveva detto che «l’Mhp vuole elezioni anticipate. Eleggere il presidente è la via più razionale e ragionevole per andare avanti». A pesare sul voto sarà non solo lo scenario siriano, ma anche la situazione economica, con la lira turca piombata nei giorni scorsi ai minimi storici e l’inflazione sempre sopra il dieci per cento, nonostante la crescita record del prodotto interno lordo pari al 7,4 per cento nel 2017. I partiti all’opposizione, dal canto loro, si sono detti pronti ad accogliere la sfida elettorale. Secondo il portavoce del partito filocurdo Hdp, Ayhan Bilgen, «non ci sono motivi plausibili per svolgere le elezioni prima possibile», ma «siamo pronti per il ritorno alle urne in qualsiasi momento».

Come sottolineano numerosi analisti, a sorprendere è soprattutto la data scelta da Erdoğan, la prima utile contando la durata minima legale della campagna elettorale.

© Osservatore Romano   19.4.2018