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Non si placa la tensione in Pakistan Altre minacce ai cristiani

Islamabad, 6. Non si placa la tensione in Pakistan dopo gli attacchi dello scorso fine settimana nei villaggi di Korian e Gojra:  i rappresentanti di alcuni gruppi islamici, ieri, durante una conferenza stampa, hanno lanciato nuove minacce contro la comunità cristiana. I membri dello Jamiyat Islami Group (un gruppo religioso) e dello Anjman-e-Tajran (un'organizzazione sindacale)  hanno  dapprima  chiesto al Governo di non perseguire le persone indagate per gli attacchi ai villaggi di Korian e Gojra, poi hanno minacciato di morte i cristiani accusati di blasfemia.

Secondo quanto riferito dalle autorità, finora sarebbero almeno 200 le persone arrestate e altre centinaia quelle denunciate in relazione agli attacchi.
Le dichiarazioni dei rappresentanti dei gruppi islamici sono state colte come un segnale preoccupante del perdurante clima di insicurezza nella regione del Punjab, l'epicentro delle tensioni tra cristiani e musulmani, e del rischio quindi di nuovi atti di intolleranza se il Governo pachistano non reagirà in maniera adeguata.
L'arcivescovo di Lahore, Lawrence John Saldanha, ha spiegato:  "Nonostante molti musulmani siano moderati per loro stessa natura, ci sono però estremisti che insistono sul fatto che l'Islam debba essere predominante nell'intera società e che la sharia debba essere l'unica legge valida".
Per questo motivo si susseguono gli appelli alle autorità civili pachistane per garantire la sicurezza delle minoranze. Tra questi c'è quello dell'organizzazione umanitaria International Christian Concern, che, rivolgendosi al presidente della Repubblica Asif Ali Zardari, ha chiesto l'adozione di misure celeri per processare i colpevoli. Gli appelli sono, talvolta, accompagnati da manifestazioni di protesta nelle strade e nelle piazze delle maggiori città del Paese:  ieri, per esempio, a Lahore  un  migliaio  di cristiani hanno sfilato per il centro cittadino esibendo striscioni e lanciando slogan contro le violenze. Nei giorni scorsi, un'altra manifestazione, cui hanno aderito circa 600 cristiani, si era svolta a Quetta.
La questione dei conflitti religiosi in Pakistan sta richiamando l'attenzione mondiale:  l'Unione europea ha reso noto, ieri, che "non chiuderà gli occhi" di fronte alle violenze, accogliendo così peraltro un appello del ministro italiano degli Affari Esteri, Franco Frattini.

(©L'Osservatore Romano - 7 agosto 2009)