MEDIO ORIENTE: REDAELLI (LNCV), “NEGOZIATI OK, MA CON QUESTI LEADER SONO PESSIMISTA”

I negoziati diretti tra israeliani e palestinesi, che hanno preso il via oggi a Washington, rappresentano “l’ennesimo tentativo di rilanciare un piano di pace fallito nel 1995, con l’assassinio di Rabin. Non so se gli attuali leader palestinesi ed israeliani siano i più adatti per conseguire un accordo di pace privo di ambiguità”. E’ scettico sull’esito dei colloqui tra il palestinese Abu Mazen e l’israeliano, Benyamin Netanyahu, Riccardo Redaelli, direttore del Middle East Program del Landau Network-Centro Volta di Como (Lncv). “Credo che la coalizione di destra-ultradestra israeliana sia la meno appropriata per proporsi come un Governo che vuole la pace con i palestinesi – dichiara l’esperto in un’intervista al Sir - Dall’altra parte c’è Abu Mazen, leader dimezzato, che controlla solo parte dei Territori palestinesi, che riflette la grande corruzione della amministrazione palestinese e che risente moltissimo della radicalità di Hamas”. “Ogni trattativa è benvenuta – spiega - ma bisogna essere consapevoli che il rischio è quello che questi negoziati possano essere solo di facciata, di immagine, che non risolvano i problemi. Sono abbastanza scettico che i leader attuali siano in grado di giungere ad un accordo bilanciato. Ben vengano i negoziati – conclude - ma con queste persone sono pessimista”.

© SIr - 2 settembre 2010