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Il messaggio di Natale dei leader delle comunità cristiane di Gerusalemme

Gerusalemme, 28. Le persone di fede devono assumere un ruolo attivo nella costruzione di ponti di pace e di riconciliazione:  lo sottolineano nel messaggio di Natale i leader delle Chiese cristiane di Gerusalemme, che invitano la comunità internazionale a porre fine a qualsiasi forma di violenza. Nell'appello - a firma, tra gli altri, del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal e del custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa - si ricorda che ancora troppe persone nel mondo "vivono sotto la minaccia della violenza e della persecuzione politica". In questo contesto, i leader considerano essenziale "il ruolo della Chiesa d'incoraggiare tutti a edificare ponti di comprensione e non muri di divisione". E aggiungono:  "Crediamo che la speranza di pace e di riconciliazione richieda la nostra partecipazione attiva come persone di fede. E affinché la fede resti viva nei cuori dei fedeli, dobbiamo assumere un ruolo attivo nel portare la speranza di pace nella realtà". Al riguardo, si puntualizza che i leader delle comunità cristiane svolgono "un compito importante nella costruzione di ponti di pace e di riconciliazione" attraverso la partecipazione al Council of Religious Institutions of the Holy Land. L'organismo, è spiegato, "riunisce leader cristiani, ebrei e musulmani, per discutere di questioni di interesse comune per il nostro popolo e per la comprensione reciproca nel mondo". Nel concludere, i leader ritengono, pertanto, che il Council of Religious Institutions rappresenti "un esempio incoraggiante per tutti del fatto che edificando ponti, la pace è possibile".
Un forte appello alla riconciliazione era stato lanciato dal patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, in occasione della messa di Natale, concelebrata - assieme a una cinquantina di sacerdoti - nella chiesa di Santa Caterina a Betlemme, adiacente alla basilica della Natività. In una chiesa gremita di fedeli - tra i presenti anche i rappresentanti dell'Autorità palestinese, il presidente Abu Mazen e il primo ministro, Salam Fayyad - il patriarca Twal ha sottolineato che "in un mondo dilaniato dalla violenza e dal fondamentalismo, che legittima le peggiori azioni, anche le uccisioni nelle chiese, il bambino di Betlemme ci ricorda che il primo comandamento è l'amore". Il bambino Gesù, ha aggiunto il presule, "desidera insegnarci il perdono e la riconciliazione, anche nei confronti dei nostri nemici". E ha concluso:  "Possa il suono delle campane delle nostre chiese, in questa notte santa, coprire il rumore di tante armi che si ode in questo lacerato Medio Oriente, richiamando gli uomini a una mentalità di pace, unica degna dell'uomo e apportatrice di felicità". Alla messa nella chiesa di Santa Caterina è seguita la processione dei fedeli verso la Grotta della Natività, dove il patriarca di Gerusalemme dei Latini ha collocato la statua del bambinello per l'adorazione notturna. Le celebrazioni si sono poi alternate ai momenti di preghiera, presso l'altare della mangiatoia. Il vescovo ausiliare della diocesi patriarcale di Gerusalemme dei Latini, William Hanna Shomali, ha presieduto la messa del 25 dicembre.


(©L'Osservatore Romano - 29 dicembre 2010)