Betlemme: Il saluto del Patriarca

All'inizio della messa, il Patriarca Twal ha rivolto al Papa un indirizzo di benvenuto a Betlemme:  "Lei è tra noi come padre e fratello. La sua presenza significa che siamo nel cuore della Chiesa universale che è con noi, per noi. Queste preghiere ci sostengono e ci danno nuovo coraggio per servire il Signore in questa terra". "Solamente ad alcuni metri da qui il Signore è nato, il Verbo s'è reso visibile - ha detto -. Dio ha visitato il suo popolo per essere l'Emmanuele e continua a venire per essere con noi tutti i giorni. In questa terra il messaggio degli angeli è stato sentito dai più poveri e dai più piccoli:  gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace al suo popolo. Questo è il messaggio ricevuto dai nostri antenati, i pastori di Betlemme. È il messaggio che continua a essere proclamato tutti i giorni. La nostra vocazione-missione in questa terra martirizzata è quella di glorificare Dio, di espandere la sua pace. Questo messaggio è un compito, una missione quotidiana. E si traduce nell'impegno della Chiesa a servire la pace e la riconciliazione, a sostenere i poveri, a fortificare i deboli, a comunicare la speranza".
"Questa terra, dove Gesù ha scelto di vivere per salvare il mondo, ha bisogno di pace, di giustizia e di riconciliazione. Le nostre ferite hanno bisogno di essere guarite, i prigionieri di essere rilasciati, i nostri cuori di essere purificati dall'odio e il nostro popolo di vivere in pace e sicurezza. Il nostro popolo soffre e continua a soffrire l'ingiustizia, la guerra (la guerra di Gaza è ancora una ferita aperta per centinaia di migliaia di persone), l'occupazione, la mancanza di speranza in un avvenire migliore. Quando abbiamo accolto il suo predecessore Giovanni Paolo II avevamo la speranza di pervenire alla pace, ma questa pace non è mai venuta. Molti hanno abbandonato ogni speranza e lasciato la Terra Santa per andare in cerca di un avvenire migliore in altri Paesi. Ecco perché il numero dei palestinesi, soprattutto cristiani, è diminuito, continua a diminuire. Finché non troveremo pace e tranquillità, ho paura che questo continui. Finché l'instabilità politica perdura, finché si estende il muro che separa Betlemme da Gerusalemme e dal resto del mondo, non potremo trovare la pace per la nostra terra".
"I cittadini di Betlemme e dei Territori palestinesi sono venuti ad accoglierla e a pregare con lei:  cattolici e cristiani, musulmani e rappresentanti dell'Autorità palestinese. Siamo venuti per rinnovare l'impegno per una pace giusta che dia a ciascuno e a ogni popolo di vivere degnamente in questa terra; una pace che permetta ai genitori di non avere paura per i figli; una pace che dia ai giovani una vita normale per costruirsi l'avvenire; una pace che permetta alla Terra Santa di adempiere la sua vocazione:  glorificare Dio e vivere in pace. Siamo coscienti della vocazione di questa terra a essere aperta a tutti i credenti, a lodare Dio, a essere terra di coesistenza pacifica dove tutti i credenti possono sperimentare di essere nati qui. Nessuno può pretendere di possedere questa terra al posto degli altri ed escludendo gli altri. Dio stesso ha scelto questa terra e vuole che tutti i suoi figli ci vivano insieme".
"Noi tutti vediamo in lei un messaggero di pace, un capo spirituale che difende i poveri e gli oppressi, un padre e un fratello che porta un messaggio d'amore e di solidarietà - ha concluso -. Vogliamo dirle il nostro impegno a vivere e a testimoniare la Buona Novella. In sua presenza, la Chiesa cattolica rinnova la fede in Gesù Cristo, l'amore per Dio e il prossimo, e sua speranza nei disegni misericordiosi di Dio per noi tutti".

(©L'Osservatore Romano - 14 maggio 2009)

Radio Vaticana - Il Papa è giunto oggi a Betlemme poco prima delle 8.00. Dopo la cerimonia di benvenuto con il presidente Abbas si è trasferito nella Piazza della Mangiatoia di Betlemme per celebrare la Santa Messa. Nella sua omelia Benedetto XVI ha espresso innanzitutto la sua vicinanza ai pellegrini provenienti “dalla martoriata Gaza a motivo della guerra”. “Vi chiedo – ha detto - di portare alle vostre famiglie e comunità il mio caloroso abbraccio, le mie condoglianze per le perdite, le avversità e le sofferenze che avete dovuto sopportare. Siate sicuri della mia solidarietà con voi nell’immensa opera di ricostruzione che ora vi sta davanti e delle mie preghiere che l’embargo sia presto tolto”. Poi ha parlato del significato di Betlemme: “Per gli uomini e le donne di ogni luogo, Betlemme è associata al gioioso messaggio della rinascita, del rinnovamento, della luce e della libertà. E tuttavia qui, in mezzo a noi, quanto lontana sembra questa magnifica promessa dall’essere compiuta!”. Poi ha aggiunto: “Cristo ha portato un Regno che non è di questo mondo, eppure è un Regno capace di cambiare questo mondo, poiché ha il potere di cambiare i cuori, di illuminare le menti e di rafforzare le volontà. Nell’assumere la nostra carne, con tutte le sue debolezze, e nel trasfigurarla con la potenza del suo Spirito, Gesù ci ha chiamato ad essere testimoni della sua vittoria sul peccato e sulla morte.

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