DIALOGO NELLA DIFFERENZA

“Non si è trattato solo di un dialogo tra sordi”. E’ il parere di Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, il Centro italiano per la pace in Medio Oriente, sull’incontro americano tra Obama e il premier israeliano Netanyahu che, stando ai giornali, avrebbe fatto emergere divergenze tra i due. Diversi i temi trattati, tra cui, Iran, congelamento degli insediamenti nei Territori occupati e ripresa del negoziato. Sull’Iran, annota Cingoli, Obama “ha respinto la proposta israeliana di stabilire una rigida dead line per i negoziati, per l’autunno prossimo, in attesa delle elezioni iraniane di giugno, ma ha anche affermato di attendersi risultati concreti dal negoziato entro l’anno e di non escludere un ampio ventaglio di mosse, incluse più forti sanzioni internazionali”. Per quanto riguarda il binario israelo-palestinese, “Obama ha riaffermato l’opzione ‘due stati per due popoli’” facendo riferimento sia alla Road map che al vertice di Annapolis e sottolineato “l’urgenza di bloccare gli insediamenti”. Tuttavia, dichiara Cingoli, “entrambi i leader sono consapevoli che la creazione di uno Stato palestinese non è, nell’immediato, all’ordine del giorno, con l’attuale condizione di fragilità dell’Anp e di Abu Mazen e il sempre più consolidato controllo di Hamas a Gaza”. Da qui la presa di coscienza dell’“importanza del ruolo arabo, nel possibile rilancio del processo negoziale”.

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